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02/05/24 ore

Cina e Vaticano: comprensione o cedimento? Conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa



La nomina di Giuseppe Shen Bin come vescovo della diocesi di Shangai da parte di Papa Francesco contiene molti fattori complessi. Taluni hanno sottolineato che si può dire che, pur non trattandosi di una soluzione ideale è comunque meglio di niente, considerando che si sono comunque aperti dei canali, in una fase difficile che si protrae da lungo tempo, delle relazioni tra Vaticano e Repubblica cinese.

 

Si tratta di canali di compressione che si sono aperti o di un cedimento da parte della Chiesa Cattolica avendo il Governo di Pechino ignorato l’accordo provvisorio sulla nomina dei Vescovi del 2018?

 

I fatti descrivono una situazione che vede la Cina nominare vescovi di sua fiducia (il che significa vicini al Partito comunista) senza chiedere il parere preventivo del Vaticano. Questa nomina ha toccato forse una delle zone grigie dell’Accordo Provvisorio sulla nomina dei Vescovi stipulato nel 2018. “…Siamo in un terreno delicato per il diritto canonico, ma per ogni sede vescovile il Papa deve fare una nomina. Il vero punto è che su Shen Bin c’è stato un appoggio di parte della comunità cattolica cinese. Questo fenomeno segnala una frattura che permane all’interno della Chiesa cinese…” - dice Francesco Sisci, sinologo e ricercatore senior presso l’Istituto di studi europei presso l’Università del Popolo di Cina a Pechino.

 

Viene da chiedersi, vi è una frattura nella Chiesa cinese.? E ancora, quali sono i vantaggi e le prospettive per la Chiesa cattolica per una tale scelta? Michele Marsonet, professore ordinario di Filosofia delle scienze umane nel Dipartimento di Filosofia dell’Università di Genova, dice che: “… In realtà, è stato proprio Papa Bergoglio a imporsi dicendo che esso “va bene”, così superando le tante obiezioni provenienti da molti settori del mondo cattolico. Secondo l’interpretazione più accreditata, si tratterebbe di una mossa realistica: meglio essere presenti in Cina con un accordo tutto sommato fasullo, piuttosto che risultare completamente assenti…”.

 

La questione cinese presenta aspetti sempre più determinanti sul piano mondiale in questa fase storica. Sono numerosi i fattori che rendono necessaria una riflessione sull’argomento. Questa vicenda ha delle implicazioni molto profonde. La situazione internazionale è grave e probabilmente rimarrà tale o peggiorerà. Nonostante - per fare un esempio - la serie di visite di alti funzionari statunitensi in Cina, le relazioni bilaterali tra Pechino e Washington non sono affatto migliorate, al massimo si sono stabilizzate. 

 

E poi altri fattori si manifestano. Cinesi e cattolici si può essere? “… La Santa Sede - sottolinea Sisci in un’intervista -  si adopera per tutelare il bene di quei cittadini della Repubblica Popolare che sono anche cattolici. Roma porta avanti un rapporto doppio sia con la comunità cattolica che con le istituzioni governative…. Ma anche il governo cinese si trova a doversi confrontare con una parte della sua popolazione che, per motivi di fede religiosa, guarda a una realtà estera e straniera…”. 

 

E questo non è proprio nelle corde della Cina, che potrebbe trovarsi a subire ripercussioni di tutte le identità etniche e religiose che formano la sua realtà. E nei confronti delle quali il Partito Comunista Cinese, di fatto lo Stato, non è stato mai tenero e continua a esercitare azioni anche repressive, aggiungiamo noi.

 

Nella conversazione che segue di Francesco Sisci con Giuseppe Rippa si traccia una prima analisi di una situazione dai molteplici e complicati sviluppi, non solo tra Cina e Vaticano, ma nel contesto di una situazione mondiale molto complicata (vedi per l’Italia la possibilità di ripercussioni per la non conferma dell’accordo sulla Via della Seta, che il governo Conte e il ministro degli Esteri Di Maio sottoscrissero, unici in Europa)…

 


 

- Cina e Vaticano: comprensione o cedimento? Conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa

(Agenzia Radicale Video) 

 

 


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