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15/11/24 ore

Romania, il presidente Basescu resta al suo posto


  • Ermes Antonucci

Il referendum in Romania sulla destituzione del presidente Traian Basescu è risultato non valido, in virtù del mancato raggiungimento del quorum del 50% più uno degli aventi diritto (45,92% l’affluenza). La consultazione popolare doveva confermare o meno la destituzione del presidente della Repubblica decisa dalla maggioranza di centrosinistra in Parlamento, guidata da Victor Ponta, il 6 luglio scorso.

 

Il presidente Basescu pertanto resta in carica, riacquistando i poteri che erano stati sospesi. La stragrande maggioranza degli elettori si è tuttavia dichiarata a favore della destituzione di Basescu: l’87,55% ha votato per il completamento dell’iter di impeachment approvato dal Parlamento.

 

La Romania sta vivendo la più grave crisi istituzionale della sua (breve) storia democratica, e il risultato di ieri senz’altro non contribuirà ad attenuare la tensione, ormai alle stelle, tra il presidente Basescu e il premier Ponta.

 

Il presidente della Repubblica, accusato di aver violato la Costituzione e di aver impoverito la popolazione romena accettando ed attuando le riforme di austerità chieste dal Fmi, ieri sera dopo la chiusura delle urne ha attaccato: “I romeni hanno respinto il colpo di Stato di 256 parlamentari guidati da Victor Ponta (il premier) e Crin Atonescu (presidente ad interim), i capofila dell’Unione social liberale. Voglio ringraziare coloro che, superando la collera, hanno capito che il referendum non era su Basescu, ma sull’Europa”.

 

A Basescu, già “sopravvissuto” ad un impeachment nel 2007, ha risposto Victor Ponta: “Non si può ignorare la volontà di milioni di romeni”. All’indomani del referendum la Romania resta chiusa tra due fuochi, quello di un presidente ormai impopolare, accusato di governare con metodi autoritari e padronali, e ritenuto il simbolo della corruzione dilagante nel Paese, e quello di un primo ministro che con modi antidemocratici sta cercando di eliminare la più alta carica istituzionale, rivoluzionando pericolosamente l’intero assetto politico della Romania.

 

Un’ultima, necessaria, annotazione. Nell’Unità di ieri, un articolo evidentemente incompleto e parziale parlava di un referendum contro “l’amico di Silvio”. Nessun cenno alle manovre attuate dal premier Ponta per ribaltare i meccanismi democratici del Paese e far fuori Basescu. L’impeachment trova la sua giustificazione prima nell’essere rivolto ad “un amico di Silvio”, aldilà delle modalità con cui viene realizzato. Una bella lezione da parte dei nostri democratici.


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