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26/12/24 ore

M5S: sono la reincarnazione del blocco sociale di potere italiano?


  • Luigi O. Rintallo

Quando nel 2013, l’allora segretario del PDBersani, dopo aver conseguito la “non vittoria” alle elezioni, iniziò le consultazioni per formare il governo, gran parte della stampa realizzò un pressing sul Movimento 5 stelle affinché accettassero di sostenerlo rinunciando allo “splendido isolamento”. Finì con Bersani umiliato durante l’incontro in streaming con i neo-parlamentari Roberta Lombardi e Vito Crimi.

 

Cinque anni dopo, all’indomani del voto del 4 marzo, sembra riproporsi la stessa dinamica a parti rovesciate, con la solita “grande stampa” espressione di quello che una volta si chiamava establishment che stavolta preme sul PD affinché, liberatosi di Renzi, si decida a sostenere il tentativo di dar vita a un governo da parte di Luigi Di Maio, candidato premier pentastellato.  In questi giorni abbiamo assistito a un sorprendente salto sul carro dei vincitori alle elezioni, con dichiarazioni di vari mostri sacri del mondo mediatico ed economico-finanziario tutte nel senso di un “assorbimento” indolore del risultato elettorale.

 

A questo punto sembrerebbe trovare una conferma il dubbio, espresso in più di un’occasione, circa la natura nient’affatto alternativa del Movimento creato da Roberto Casaleggio e Beppe Grillo. Viene da chiedersi se, in fondo, i 5stelle non stiano assumendo le sembianze di un’ennesima proteiforme incarnazione del blocco storico-sociale da sempre al potere in Italia. All’insegna della metafora del Gattopardo, che può dirsi la sua cifra distintiva.

 

A dover rimanere immutato, sotto la finzione di un cambiamento, è in sostanza la natura oligarchica delle scelte politiche ed economiche che contano. Tutte contraddistinte da un dato comune: tutelare e preservare le posizioni delle élites interne anche a scapito degli interessi della stragrande maggioranza dei cittadini. Il Movimento 5 stelle si trova dunque di fronte a un bivio decisivo: accettare di farsi strumento di tale disegno fondamentalmente conservativo, oppure svincolarsene.

 

Paradossalmente, la seconda opzione, perché possa prendere forma, richiede che si metta definitivamente da parte quella che è stata la proposta principale del M5S, vale a dire il reddito di cittadinanza. Infatti, quest’ultimo – contrariamente a quanto può apparire – è perfettamente coerente con i disegni delle élites del globalismo digitale, sulle quali le oligarchie nostrane si sono uniformate contando di ricavarne vantaggi privati.

 

Divenire consapevoli che l’argent de poche serve a narcotizzare ogni forma di dissenso, cancellando l’autonomia delle persone, rappresenterebbe un segnale di resistenza importante contro la ragnatela paralizzante che si sta stendendo sul futuro dell’Italia.

 

 


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