L’incontro tra la delegazione di Radicali Italiani e il segretario PD Matteo Renzi, che si è svolto presso la sede del Nazareno, è preliminare a un accordo elettorale per le prossime consultazioni politiche di primavera.
La componente che si riconosce in Emma Bonino punta così a ottenere da un PD sempre più in affanno l’appoggio per l’elezione in Parlamento.
Va detto che, rispetto alla tradizione storica radicale sembra ora prevalere un utilitarismo immediato anziché la proiezione di un disegno strategico di più ampio respiro. Poco vale, infatti, subordinare l’accordo a temi come lo ius soli o la legge sul fine vita: l’emanazione di normative al riguardo non risponde per nulla all’affermazione di una difesa dei diritti, dal momento che una volta passati per la manipolazione inevitabilmente statocentrica che ispira ogni iniziativa legislativa dei democrats in Italia, l’esito finisce per essere ben lontano da ogni criterio liberale.
La verità è che le battaglie radicali non possono essere portate avanti se si cede a logiche che si muovono in un solco di subalternità, culturale prima ancora che politica, alle deformazioni del pensiero unico politically correct che è quanto di più distante da un’ispirazione laica e pragmatica, che si proponga di rispondere alle urgenze del momento.
Né può essere trascurato che un qualche peso lo hanno anche le storie e le azioni che sono state compiute negli ultimi anni: nei “radicali” che uscivano dalla riunione al Nazareno era più facile scorgere i tratti dei “responsabili” di supporto che non quelli dei protagonisti di una battaglia per la libertà. (L.O.R.)
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