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16/11/24 ore

Il falso in… bilancia


  • Silvio Pergameno

Sì! In bilancia, perché si tratta di un campo nel quale le oscillazioni sia nella ricostruzione delle fattispecie penali sia nel bilanciamento tra esigenze delle indagini da una parte e libertà costituzionale della comunicazione dall’altra non possono non abbondare

 

Certo, sarebbe sempre buona norma non esprimere giudizi sulle leggi (come anche sulle sentenze) prima di averle lette e di non fidarsi troppo dei resoconti in circolazione; ma alcune osservazioni di carattere generale attinenti al merito politico possono essere fin da ora formulate. 

 

Questo reato di "falso in bilancio" arriva all’approvazione in un contesto di ampie contestazioni: originariamente era reato, poi Berlusconi lo fece fuori e quindi chi da Berlusconi vuole distinguersi sembra ora sentirsi obbligato a ripristinarlo… In altri termini è mancato un dibattito esteso ed approfondito alla ricerca di una possibile, ma non facile, mediazione. 

 

Il provvedimento viene criticato da vari punti di vista, perché, ad esempio  reati più gravi sono puniti con pene minori, il che è anche vero, purchè ci sia però la consapevolezza che si tratta di un giudizio soggetto alle posizioni e alle convinzioni di ciascuno: per i sostenitori del ripristino del reato sembra non ci sia in questo momento nulla di più urgente. In sede politica si pensa forse alla protesta che sale dal basso e all’astensione che sale ad ogni consultazione popolare: ma il rimedio allora non pare possa essere affidato alla giustizia penale: il bersaglio sono i partiti.

 

Ma qui non si può non osservare che intercettazioni non saranno possibili per le società non quotate in borsa: un po’ di buon cuore per l’idraulico o il carrozziere o il professionista che non rilascia ricevute o forse per le migliaia di società "non quotate" degli enti locali

 

Più consistente la considerazione che il falso in bilancio individua una fattispecie i cui caratteri presentano aspetti difficilmente riducibili ad obbiettività, perchè hanno natura "valutativa": i bilanci non sono fatti solo di numeri, ma anche di considerazioni e apprezzamenti.

 

Si critica poi il fatto che il legislatore si sia sostanzialmente affidato all’aumento delle pene, che è di regola una misura di utilità molto discutibile, come se si aumentasse l’importo delle multe per violazioni del codice stradale con l’intenzione di migliorare le condizioni del traffico, invece che incidere sull’attività della polizia stradale e dei vigili urbani nell’accertare l’indisciplina dei conducenti dei veicoli.

 

Il Presidente dell’ANM (intervista a Repubblica del 2 corrente), si compiace per l’inversione di tendenza rispetto al 2002 (tempi di Berlusconi) e sottolinea che non si potrà operare come nel campo dei reati di natura mafiosa e quanto all’aumento delle pene fa presente che sarebbe più utile rafforzare gli strumenti di indagine, semplificare il processo, riformare la prescrizione…

 

E ora servono gli anticorpi contro la corruzione scriveva giorni fa sul Corriere Raffaele Cantone, garante anticorruzione: giustissimo, ma si tratta, per l’appunto, di un problema politico.

 

In questa sede,comunque, sul reato di falso in bilancio non si può che confermare quanto si scriveva giorni fa su questa Agenzia (soprattutto il problema che nasce dal divario tra estensione dello stato sociale e strutture operative dello stesso), e continuare a fermarsi sulla distinzione tra il reato come tale, che attiene alla giustizia penale, e il fenomeno dell’estensione della corruzione che riguarda la politica e le responsabilità del parlamento e del governo, i rapporti tra partiti e istituzioni, il finanziamento sottobanco dei partiti e non meno le… doglianze di Carlo Cottarelli, già incaricato alla spending review, in ordine alle difficoltà di mettere  le mani sulla materia, a causa non solo di ovvie resistenze, ma proprio per i meccanismi organizzativi, sui quali occorrerebbe incidere.

 

 


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