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27/12/24 ore

La realtà fantastica di Matteo Renzi


  • Luigi O. Rintallo

Come rilevato da Claudio Velardi in un’intervista a Edoardo Petti per www.formiche.net, le domande dei giornalisti al presidente del Consiglio, durante la conferenza stampa di fine anno, hanno riguardato per lo più la cosiddetta "politica politicante". A dimostrazione che spesso a fare il "teatrino della politica" è spesso la rappresentazione messa in scena dai media, che contribuiscono non poco all’allontanamento dei cittadini dall’esercizio della democrazia.

 

In tal modo, a Matteo Renzi è risultato tutto sommato facile rivendicare di aver bene operato in questi dieci mesi di governo e rassicurare sul futuro, esortando gli Italiani a battersi per uscire dalla crisi con il piglio del “mister” di una squadra di Football, apertamente evocato dal premier con il riferimento ad Al Pacino nel film Ogni maledetta domenica. Solo che Renzi ha ben poco del protagonista impersonato dall’attore americano che, nel film, è uno che viene da molte sconfitte della vita e stimola i suoi giocatori muovendo dalla sua esperienza difficile. Invece breve e spianata è stata la strada percorsa dal premier, tanto che alla fine la sua propensione all’ottimismo risulta quasi il frutto di un autoconvincimento staccato dai dati del reale.

 

Non a caso, uno dei momenti in cui Renzi ha mostrato un certo fastidio, è stato alla domanda di Giada Zampano del «Wall Street Journal»che lo interrogava sull’effettiva ricaduta dei provvedimenti presi e sulla loro corrispondenza rispetto alle promesse iniziali. Ne è seguito l’elenco incalzante dei decreti in via di approvazione, per evidenziare come la tabella di marcia sia stata rispettata. Va detto, tuttavia, che anche un governo balneare non è del tutto inerte e produce iniziative parlamentari.

 

Il punto è sapere se gli interventi attuati rispondano alle necessità del Paese. Ed è su questo punto che sorgono le perplessità. Rivendicare, per esempio, un calo dei detenuti in attesa di giudizio e, contemporaneamente, vantarsi di aver votato per l’arresto di deputati indagati è una contraddizione evidente perché non si incide sulla questione fondamentale, per cui l’arresto preventivo non deve essere usato come strumento di indagine da parte della pubblica accusa. Altrettanto può dirsi per il contrasto alla corruzione, che non si realizza certo con l’aumento delle pene detentive ma limitando l’area dell’intermediazione burocratica dove essa può annidarsi.

 

Lo stesso vale per come il governo interpreta la politica fiscale: quale giustizia sociale c’è nello scontare quasi duemila euro all’anno a una coppia con un reddito di 30.000 euro, mentre lo sconto fiscale è negato a una famiglia di tre-quattro persone con 35.000 euro annui o a un pensionato con 15.100 euro annui? Quale crescita dei consumi può realizzarsi se si aumentano le aliquote IVA, che ricadono interamente sull’ultimo consumatore e incidono pesantemente sulle bollette dei servizi? Che senso ha rivendicare la novità della dichiarazione dei redditi pre-compilata, se poi al contribuente è impedito di certificare autonomamente le spese da detrarre come già avveniva per tutti i pubblici dipendenti?

 

È una questione di criteri ispiratori, più che di contenuti normativi. Se i criteri sono approssimativi, gli interventi risulteranno non solo inefficaci ma dannosi, come dimostra ancora il caso della depenalizzazione dei reati concepita soltanto sulla base della pena da comminare e non della natura del reato. Una aggressione o una lesione alla persona, pur se punite con pochi anni, dovrebbero essere considerati fra gli atti più gravi e minacciosi da scoraggiare maggiormente.

 

La fiducia e l’ottimismo sono una buona cosa, ma se poggiano su una percezione ingannevole della realtà conducono a una descrizione immaginaria. E di finzioni ci bastano quelle narrative. Il politico accorto dovrebbe sapere che, a forza di disegnare panorami fantastici, si perde credibilità e consenso.

 

- Maledetta Politica, il Governo delle parole di Renzi (Agenzia Radicale Video) 

 

 


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