ll sindaco Alemanno è tornato questa mattina sulla questione rifiuti annunciando che “a breve” avremo una soluzione all'annoso problema. Sono le parole di chi finora non ha dimostrato di capirci molto dell'argomento, di chi ha tentato maldestramente di trasformare un problema ambientale in un affare di ordine pubblico.
“Stiamo attendendo – ha detto il sindaco di Roma - che ci sia una soluzione non solo per il sito provvisorio ma anche per quello definitivo perché non è possibile immaginare l'individuazione di uno senza l'altro”. Nuovamente, quindi, si cerca di nascondere con la domanda “dove?”, consapevolmente o meno, il vero nocciolo della questione, il “come?” smaltire i rifiuti.
E' una lotta infinita, apparentemente senza fine: tra la cittadinanza, che ormai chiede quasi unanime l'attivazione si un sistema serio di raccolta differenziata (non le vere e proprie buffonate del duale o dei tre cassonetti per strada) e il Comune. Si è ormai creato un abisso in tal senso, colmo di rifiuti maleodoranti lasciati macerare nei cassonetti/discarica urbana, anche al centro di Roma.
E' ormai evidente che c'è chi brancola nel buio e chi subisce le conseguenze della congenita indecisione delle amministrazioni: il problema dei rifiuti è ormai il marchio di fabbrica del malgoverno capitolino, dell'inerzia di 40 anni di promesse maleodoranti che hanno portato la situazione al collasso completo.
Basti pensare che se Roma cominciasse a pretrattare i rifiuti, mettendo a regime l'impiantistica attualmente esistente, quotidianamente resterebbe fuori da questa operazione una quantità di rifiuti pari a quella che Napoli produce ogni giorno: lo spread della monnezza che esemplifica chiaramente l'urgenza di interventi seri, pragmatici, volti ad abbattere il volume totale di rifiuti che Roma produce ogni giorno.
Unico modo per farlo, unico nel senso proprio, perché non ne esistono altri, è la raccolta differenziata che la baldanzosa inerzia romana ostacola in ogni modo: in primis dandosi tempi biblici per il raggiungimento di obiettivi che altrove (non in città piccole, ma a Berlino, a San Francisco, a Parigi, etc) sono stati raggiunti in due anni (Roma promette nel triplo del tempo, ma visti i precedenti in materia c'è poco da fidarsi); in secondo luogo all'atto pratico, chiunque a Roma può raccontare di aver visto gli autocompattatori Ama ingurgitare indifferenziato, vetro, lattine, carta e ripartire, vanificando quel minimo di differenziata che i cittadini fanno.
Domani la solita presentazione in pompa magna: il “Patto per la differenziata a Roma”, alla presenza di sindaco e governatore, con la posa nero su bianco (per quanto possa valere) degli obiettivi: 50% entro il 2014. Secondo molti tale obiettivo “fa inorridire”, le associazioni di cittadini si dicono certe (studi di fattibilità alla mano) di poter raggiungere il 50% entro il 2012: “basta volerlo”. Appunto: basta volerlo. Ma da quando i rifiuti non sono un problema ambientale ma di ordine pubblico, capirne le dinamiche è quasi strategia militare. E il termine non è casuale (leggasi Allumiere).
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