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23/12/24 ore

Parma. Pizzarotti, partenza poco esaltante …


  • Ermes Antonucci

Sono passati poco più di due mesi dall’elezione del primo sindaco grillino in un capoluogo di provincia, Parma. Federico Pizzarotti, questo il nome dell’eroe celebrato dalla Rete, ha già mostrato di cosa, e non, è capace.

 

Se a sorprendere fu la cifra irrisoria (6mila euro) con la quale il candidato del Movimento a 5 Stelle riuscì a prevalere sugli avversari, eguale meraviglia ha destato l’incredibile ritardo nel nominare i membri della giunta comunale.

 

Pizzarotti ha impiegato 46 – quarantasei! – giorni per scegliere tutti gli assessori che lo accompagneranno nel governo della città di Parma, guadagnandosi le ironie e le frecciate degli osservatori, non solo politici. Basti pensare che per la sua giunta è stata coniata un’espressione apposita, “giunta slow o a rate”, e la situazione ha fatto innervosire non poco i fermi sostenitori del Movimento, rendendo le loro aspettative un po’ meno ottimistiche.

 

In mezzo alla confusa nomina della giunta, poi, è emerso il caso-Tavolazzi, il consigliere scomunicato da Grillo e contattato da Pizzarotti per la carica di direttore generale al Comune. Il santone del Movimento, dalla sua casa di Genova, emise la propria autorevole sentenza: “scelta impossibile, incompatibile e ingestibile”.

 

Di fronte alle polemiche su un’ingerenza esterna così evidente, il sindaco Pizzarotti affermò la propria indipendenza, dicendo di essere certo “che avremo il suo (di Grillo, ndr) pieno sostegno nell’autonomia di una decisione di carattere strettamente tecnico”. Con la stessa autonomia, Pizzarotti finì con l’annunciare pochi giorni dopo la decisione della non-scelta: “Le risorse del Comune di Parma sono molto limitate quindi la questione del direttore generale rimane in sospeso”. Caso chiuso, e Grillo brinda con Casaleggio.

 

A proposito di brindisi, passando ai provvedimenti concreti, l’unico degno di nota finora risulta essere l’ordinanza di divieto di vendita di alcolici nelle zone “calde” della movida, dalle 21 alle 7. Per supermercati e negozi alimentari è previsto il divieto tout court di vendita di alcolici, mentre bar, ristoranti, pizzerie, kebaberie potranno vendere bevande alcoliche da consumare sul posto, e in contenitori non di vetro. In caso contrario, sanzioni da100 a 500 euro.

 

Una decisione che ha fatto infuriare giovani e associazioni di categorie, tanto che qualcuno ha parlato di proibizionismo. Il Comune ha precisato sul sito che l’ordinanza è nata dopo un “lungo confronto” con diverse associazioni di categoria tra cui Confesercenti, che però in una nota ha fatto sapere di non aver “mai discusso né approvato tali provvedimenti, proprio perché già sperimentati con scarsi risultati negli anni scorsi”.

 

Lentezza, confusione e tendenza ad emanare provvedimenti aventi carattere illiberale: questa è la democrazia 2.0 che Grillo intende realizzare?


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