Il peggio è passato, l’Italia ce la farà. Un’ondata anomala di ottimismo ha invaso i media da un paio di giorni. È stato Mario Monti a indicare per primo, al meeting di Cl, la luce fuori dal tunnel. A ruota sono seguite le confortanti parole di Corrado Passera, che non ha voluto esser da meno. Poi, ecco il sigillo delle odiate società di rating Moody’s e Fitch, che sono tornate a vedere rosa nel futuro del Belpaese.
Nel 2013 l’Italia, insieme a Spagna e Portogallo, potrebbe - secondo Moody’s - ritenersi salva e uscire dalla fase recessiva. Dello stesso avviso Fitch, che in aggiunta non si risparmia in complimenti al premier italiano per la “tantissima credibilità” raggiunta.
Tuttavia, attenti ai ma: per far sì che le buone prospettive diventino realtà c’è bisogno che si continuino a far bene i compiti a casa e “Monti deve fare progressi il più velocemente possibile «per creare una certa luce in fondo al tunnel»”.
Insomma, il futuro è meno cupo, ma attenti a non mollare la presa. Questo il senso delle raccomandazioni che arrivano da Fitch e Moody’s, tornate per l’occasione ad avere la patente di credibilità, dopo le polemiche seguite nell’ultimo anno ai loro ripetuti giudizi negativi sull’economia italiana.
Fino a ieri incompetenti, spregiudicate nel condizionare i mercati e lo spread, al soldo della speculazione finanziaria e di chi scommette contro l’euro e chi più ne ha più ne metta, le società di rating – contro le quali in Italia si è scomodata finanche la procura di Trani con un'indagine per manipolazione dei mercati, vivono così il loro giorno di gloria e di ritrovato "prestigio".
Ovviamente, fino al prossimo eventuale giudizio di declassamento.
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