Sulla base della Statua della Libertà a New York sono incise i seguenti versi di Emma Lazarus: “Give me your tired, your poor, your huddled masses yearning to breathe free, the wretched refuse of your teeming shore. Send these, the homeless, tempest-tossed to me, I lift my lamp beside the golden door!”(Datemi le vostre stanche, povere, masse infreddolite desiderose di respirare libere, i rifiuti miserabili delle vostre coste affollate. Mandatemi i senzatetto, gli scossi dalle tempeste e io solleverò la mia fiaccola accanto alla porta dorata).
A tali versi ha fatto riferimento il sindaco di New York Bill de Blasio, mentre il decreto di Trump precludeva l'ingresso negli Stati Uniti per rifugiati e cittadini di Iran, Iraq, Libia, Somalia, Siria, Sudan e Yemen, paesi devastati da guerre presenti e passate. Egli ha definito il decreto "non-americano" e pertanto ha ritenuto opportuno intraprendere una battaglia politica e legale contro un provvedimento che viola i valori costituzionali. Secondo lui non bisogna inseguire il consenso della politica, né gli attuali populismi.
Tale lezione potrebbe servire all’Europa soprattutto ora che è in atto un braccio di ferro tra Italia e UE? Difficile prevedere quali saranno gli sviluppi della situazione e fino a che punto un paese debole come il nostro possa fare “la voce grossa”, uscendone senza gravi conseguenze. Purtroppo è anche vero che in Italia la situazione è molto più pesante che a New York. Sull’altra sponda del Mediterraneo c’è l’intero continente africano dal quale milioni di persone scappano, senza contare gli asiatici in fuga!
Orrenda ci sembra l’indifferenza di fronte all’immane dramma dei migranti, non solo da parte dell’Europa ma del mondo intero. Chi conosce la storia e i suoi meccanismi di causa-effetto, non può ignorare che siamo di fronte ad un grosso boomerang che ci sta travolgendo: tanti errori si sono accumulati nei secoli, errori fatti n prevalenza da tutti i paesi più potenti e industrializzati che con le loro politiche devastanti hanno mirato solo a sfruttare le risorse dei paesi del terzo mondo, portando violenza, fame, guerre, invivibilità.
La responsabilità di ciò che accade va dunque condivisa a livello internazionale con un’inversione di marcia rispetto alle strategie politico-economiche finora perseguite. Se continuano guerre, fame, violazioni dei diritti umani e civili, come potrà mai essere arrestato questo imponente boomerang?
Più volte abbiamo sperato che la voce dell’ONU si levasse forte e chiara in difesa dei diritti umani con nuove proposte per sensibilizzare tutte le nazioni, ma ci dispiace constatare che anche l'ONU ormai sembra un organismo svuotato da ogni ideale umanitario ed etico, incapace di prendere decisioni in situazioni pericolose e dannose per tutta l’Umanità, un organismo bloccato dal voto all' unanimità e dal principio del "veto" (Consiglio di Sicurezza), accordato alle nazioni che uscirono vittoriose dalla II guerra mondiale.
Lo stesso Ban Ki moon ha affermato che “gli stati membri non hanno ancora trovato un accordo sulle modalità di riforma del Consiglio di Sicurezza, e questo continua a rappresentare un rischio per la sua efficacia e legittimità. Troppo spesso ho visto ottime idee e proposte che avevano ricevuto un grande sostegno venir bocciate dal Consiglio, dall’Assemblea Generale o da altre istituzioni, in nome della ricerca del consenso. Non bisogna confondere il consenso con l’unanimità, altrimenti si rischia di affidare a un pugno di paesi, o anche solo uno, un potere smisurato su questioni fondamentali, permettendo loro di tenere in ostaggio il resto del mondo”.
Ecco l’articolo sul discorso di Ban Ki moonn che riassume in breve i mali del mondo ed invita comunque a sperare in futuri e più incisivi interventi dell’Onu.
Giovanna D’Arbitrio
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