Per tre giorni a piazza Montecitorio è proseguita la mobilitazione nazionale ‘100 città per l’eutanasia legale e il biotestamento’ promossa dalla Associazione Luca Coscioni: manifestazioni, raccolte firme per l’istituzione dei registri dei testamenti biologici nei Comuni, e appelli al Parlamento e al Governo per la calendarizzazione della proposta di legge per la legalizzazione dell’eutanasia e per le dichiarazioni anticipate di volontà, depositata alla Camera un anno fa dalla stessa Associazione Luca Coscioni insieme a Radicali Italiani, Uaar, Exit, Associazione radicale Certi Diritti, Amici di Eleonora Onlus.
Mina Welby, co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni, ha guidato il walk around. Con lei Filomena Gallo, Segretario del'Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, promotore della campagna EutanasiaLegale, Matteo Mainardi, coordinatore della campagna, Carlo Troilo, consigliere generale dell'Associazione Luca Coscioni, Chiara Rapaccini, compagna del regista Mario Monicelli, Francesco Lizzani, figlio del regista Carlo Lizzani e i cittadini che hanno aderito.
Il girotondo è terminato venerdì 12 settembre, alle ore 12: dopo una conferenza stampa proprio a piazza Montecitorio.
Sulla proposta di legge di iniziativa popolare sono state raccolte oltre 67.000 firme, (che sono già 80.500 sul sito www.eutanasialegale.it) depositate esattamente il 13 settembre 2013 dopo 6 mesi di raccolta firme in tutta Italia. 150.000 firme raccolte sull'appello alla calendarizzazione lanciato da Mina Welby attraverso Change.org.
Il Parlamento e le commissioni competenti hanno ignorato la pdl e non hanno previsto nessuna calendarizzazione né dibattito, nonostante anche i moniti del presidente della Repubblica: "Il Parlamento non dovrebbe ignorare il problema delle scelte di fine vita ed eludere un sereno e approfondito confronto di idee sulle condizioni estreme di migliaia di malati terminali in Italia."
Con queste parole il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sollecitato lo scorso marzo, in una lettera inviata a Carlo Troilo e all’Associazione Luca Coscioni, il Parlamento a dare una risposta ai cittadini sul tema del fine vita.
Pochi giorni fa sempre Napolitano, incontrando il Comitato nazionale di bioetica, si è così espresso, relativamente ai temi delle libertà civili:"Il silenzio osservato negli ultimi tempi dal Parlamento non può costituire un atteggiamento soddisfacente rispetto a problemi la cui complessità e acutezza continua ad essere largamente avvertita" .
A giugno di quest’anno Filomena Gallo, Marco Cappato e Mina Welby hanno inviato una lettera ai membri delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia di Camera e Senato per ‘l'avvio di un'indagine conoscitiva sul "Come si muore in Italia" per raccogliere informazioni su come le scelte individuali dei pazienti e medici influiscono sul processo del morire, anche in comparazione con ciò che accade all'estero".
Alla marcia dinanzi al Parlamento con Mina Welby si sono alternati anche Rocco Berardo, membro di giunta dell'Ass. Coscioni, Riccardo Magi, consigliere comunale radicale al Campidoglio, Laura Arconti, Presidente di Radicali Italiani, Paolo Izzo, Segretario di Radicali Roma (" ... con i nostri passi ostinati abbiamo tentato di smuovere un Parlamento che in materia di diritti civili - a cominciare da testamento biologico ed eutanasia - sembra rappresentare uno Stato vegetativo ... ”), e decine di militanti e cittadini che chiedono la calendarizzazione della proposta di legge di iniziativa popolare per la liceità dell'eutanasia e il testamento biologico.
Ha dichiarato Mina Welby: " Otto sonnambuli della democrazia hanno camminato tutta la notte, cercando con i loro passi di smuovere il Parlamento, tuttora paralizzato sui temi eutanasia e testamento biologico. Ci restano ancora poche ore di marcia silenziosa e pertinace, che sono nonnulla rispetto all'intero anno che abbiamo trascorso aspettando, insieme ai 67000 cittadini che l'hanno firmata, la calendarizzazione della nostra pdl per la legalizzazione dell'eutanasia".
Giovedì 11 settembre è stata presentata a Radio Radicale la videointervista realizzata da Michele Lembo a Damiana, una donna che ha ottenuto l'eutanasia in Svizzera. (video)
Nell'intervista, rilasciata subito prima del viaggio della donna verso una clinica Svizzera, il 28 agosto, Damiana parla delle difficoltà incontrate, dei costi sostenuti e dell'aiuto ottenuto dall'Associazione Luca Coscioni e da Exit Italia.
Damiana, 68 anni, è morta il 4 settembre in una clinica Svizzera. Era affetta da sclerosi multipla, una malattia degenerativa che piano piano l’ha privata della sua autonomia.
Nonostante abbia fatto tutte le terapie necessarie la degenerazione andava avanti. Ed è allora che ascoltando Radio Radicale ha conosciuto "l’Associazione Luca Coscioni e la sue battaglie per il fine vita e la ricerca scientifica". Si è così messa in contatto con Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, con cui si è incontrata già 3 anni fa. A quel tempo aveva ancora un po’ di autonomia ma poi, con l’aggravarsi della situazione, ha deciso di trovare una via di uscita. Tramite Marco Cappato si è messa in contatto con l’Associazione Exit che l’ha messa in contatto con la clinica Dignitas.
Damiana nel video di 15 minuti aveva tra l’altro dichiarato:
"Avevo dolori atroci alle gambe. Non volevo aspettare di rimanere paralizzata. La mia dignità mi impedisce di ricevere assistenza per l’igiene e per la nutrizione. Uno che ha amato la vita, che è poter godere di quello che c’è fuori, e poi gli viene negato tutto….la vita non ti appartiene più. […] Ho speso 10000 euro per andare a morire in Svizzera. E chi non può permetterselo? Come fa? Rimpiango di non aver fatto tutto in Italia. Io vado in Svizzera ma spero che le altre persone possano finire dolcemente in Italia".
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