“Con riferimento alla nota datata 26 luglio 2014 con la quale la S. V. ha comunicato di aver disposto che i delegati alla funzione di stato civile provvederanno a trascrivere i matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero, si chiede di procedere alla revoca della disposizione atteso che il nostro ordinamento non ammette tale trascrizione». Con questa lettera il prefetto di Bologna Ennio Mario Sodano ha scritto al sindaco della città capoluogo, aprendo il fronte polemico nel giorno in cui è entrato in vigore il provvedimento del Comune che apre alle registrazioni degli atti per i residenti che si sono sposati all’estero.
L’atto in sé non rappresenta un riconoscimento giuridico degli effetti civili del matrimonio, ma costituisce - come ha ribadito il sindaco Virgilio Merola - un atto simbolico per “una battaglia di civiltà”. Per questo il primo cittadino della città emiliana ha opposto un netto rifiuto ad ottemperare alla richiesta prefettizia, affermando che “questo non è un tema del prefetto, ma risponde a indirizzi ministeriali ed è la conferma che c'è una discordanza tra le norme europee e quelle del nostro paese che dovrebbe convincere il Parlamento ad approvare una legge per dare certezza del diritto a queste persone".
Tra queste c’è il senatore in carica Sergio Lo Giudice (Pd), a lungo presidente di Arcigay, che il 27 agosto di tre anni fa sposò a Oslo Michele Giarratano. Si è presentato questa mattina per la trascrizione con il coniuge e il figlio avuto negli USA da una madre surrogata. Interpellato in proposito, Lo Giudice ha sottolineato come “questo atto non ha effetti giuridici: ha l'effetto di evidenziazione pubblica di un atto, è un ulteriore tassello verso il riconoscimento pieno dei diritti". Secondo Lo Giudice "la famiglia è una costruzione sociale che cambia, è infatti sottoposta a mutamenti culturali e sociali a cui prima o poi le istituzioni giuridiche dovranno uniformarsi".
In tutto sono state tre le coppie delle stesso sesso che hanno portato i documenti del matrimonio contratto all'estero in Comune a Bologna. "La città è inclusiva, accoglie e riconosce la pluralità delle forme familiari, E' un gesto importante nei confronti del Parlamento - ha aggiunto il senatore Lo Giudice - affinché faccia presto a coprire il gap con il resto d'Europa. Ed è un apripista nei confronti di tanti altri Comuni italiani che mi auguro vorranno seguire questo esempio".
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