“Una settimana fa una notizia bella e importante: il primo test di gravidanza positivo per una coppia che, grazie ad una donazione di gameti, ha ottenuto una gravidanza nella propria città – Roma –; l'ho conosciuta, ha voluto condividere con noi questo momento di grande emozione e gioia, dopo aver portato avanti insieme per dieci anni una lunga battaglia contro i divieti della legge 40. Sempre di pochi giorni fa, la notizia di altre due coppie, sempre a Roma, che hanno potuto accedere alla fecondazione eterologa”.
Così il segretario dell’Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo, dà notizia delle prime gravidanze ottenute con la fecondazione eterologa da quando con una sentenza sono stati di fatto smantellati i divieti previsti con la Legge 40.
La notizia dei primi test di gravidanza positivi nella Capitale si unisce alla conferma di ieri della gravidanza per la coppia di origini pugliesi che si era rivolta al professor Severino Antinori un mese dopo alcuni tentativi falliti in Svizzera. Nella clinica Matris, dove opera il noto ginecologo, i carabinieri dei Nas hanno effettuato dei controlli per verificare le modalità con cui l'intervento è stato condotto in assenza di Linee guida in materia. Cosa che ha sollevato la protesta del prof Antinori, che parla di intimidazioni.
Sui dubbi di legittimità della le fecondazioni eterologhe già effettuate in Italia Filomena Gallo e il docente Gianni Baldini richiamano "la sentenza 162 del 2014 la Corte Costituzionale", sottolineando come i giudici siano stati "chiari nelle motivazioni come lo furono già nel 2005: nell’ammettere il quesito referendario per l’abrogazione del divieto di eterologa, affermarono che non si creava vuoto normativo"; per cui, "la cancellazione del divieto non fa venir meno nessuna tutela per i soggetti coinvolti: coppie, nati e donatori anonimi."
A chi sostiene che non si sarebbero potute effettuare senza le nuove linee guida, Gallo e Baldini segnalano che "la risposta è sempre nella sentenza quando i Giudici della Corte in ultimo hanno scritto: 'in relazione al numero delle donazioni è, poi, possibile un aggiornamento delle Linee guida, eventualmente anche alla luce delle discipline stabilite in altri Paesi europei (quali, ad esempio, la Francia e il Regno Unito), ma tenendo conto dell’esigenza di consentirle entro un limite ragionevolmente ridotto". (F.P.)
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