Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

23/12/24 ore

Obiezione di coscienza, Comitato nazionale per la bioetica favorevole se garantiti diritti del cittadino


  • Silvia Soligon

 Sì all'obiezione di coscienza, purché non sia violato l'indiscutibile diritto del cittadino alla tutela della salute. E' questo il parere espresso dal Comitato nazionale per la bioetica (Cnb), secondo cui quello all'obiezione di coscienza è un diritto garantito dalla costituzione che, però, non deve limitare gli altrettanto importanti diritti dei cittadini, anch'essi garantiti per legge.

 

Secondo il Cnb l’obiezione di coscienza “costituisce un'istituzione democratica, in quanto preserva il carattere problematico delle questioni inerenti alla tutela dei diritti fondamentali senza vincolarle in modo assoluto al potere delle maggioranze, e va esercitata in modo sostenibile”. Il che significa, in altre parole, che “si devono prevedere misure adeguate a garantire l’erogazione dei servizi, con attenzione a non discriminare né gli obiettori né i non obiettori, e quindi un’organizzazione delle mansioni e del reclutamento che possa equilibrare, sulla base dei dati disponibili, obiettori e non”.

 

Il dibattito sulla legittimità della scelta da parte del personale sanitario di non effettuare una prestazione sanitaria appellandosi alla clausola di coscienza presente sia nel Codice di deontologia medica del 1998, sia nel Codice deontologico dell'Infermiere del 2009 non è affatto una novità. Già nel 2004 il Cnb ha sottolineato che proprio in base a questa clausola il medico può rifiutarsi di prescrivere o somministrare la contraccezione d'emergenza, ma che sono gli stessi codici deontologici a imporre la tutela dell'incolumità e della vita del paziente.

 

La diatriba è arrivata a coinvolgere anche i farmacisti e il parere del Cnb è stato lo stesso: l'obiezione di coscienza ha sì “un fondamento costituzionale”, ma deve essere garantito anche il diritto dei cittadini a ricevere le prestazioni sanitarie garantite per legge.

 

Dell'argomento si è discusso anche lo scorso maggio in un convegno organizzato a Roma da AIED (Associazione italiana per l'educazione demografica) e da Associazione Luca Coscioni. I dati emersi sono parsi allarmanti. Durante l'incontro Emma Bonino, Vice Presidente del Senato, ha sottolineato che nel caso dell'interruzione volontaria di gravidanza “in Italia c'è una situazione particolare, c'è un'epidemia di obiezione di coscienza, contagiosa a una velocità impressionante” e che “è vero che esiste il diritto all'obiezione di coscienza, ma esiste altrettanta giurisprudenza che riguarda i diritti alla salute riproduttiva”.

 

Insomma, non importa se ad obiettare siano medici, infermieri o farmacisti: anche il diritto del paziente a scegliere un trattamento sanitario garantito dalla legge è sacrosanto.


Aggiungi commento