E' di ieri la notizia che la Regione Toscana sembra decisa a permettere l'uso della pillola RU486 al di fuori degli ospedali , in strutture pubbliche come consultori e poliambulatori. E' la prima volta in Italia che l'aborto farmacologico è consentito nei consultori.
Il parere tecnico positivo è stato redatto dal Consiglio Sanitario Regionale della Toscana, organo tecnico della salute, che dopo un attenta disamina sia della legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza sia della scheda tecnica del farmaco, ha così affermato attraverso Antonio Panti, vicepresidente del Consiglio Regionale toscano: ”La legge 194 dice che l’interruzione volontaria di gravidanza deve essere praticata in strutture pubbliche e non solo in ospedali , inoltre la scheda tecnica del farmaco dice che esso può essere somministrato sia in ospedale che in strutture pubbliche, dunque ne deduciamo che questa è una prestazione di uso ambulatoriale. L’unica condizione che va garantita è la sicurezza della salute della donna”.
La procedura prevista sarà la seguente: la struttura pubblica (consultorio o poliambulatorio) sarà collegata ad un ospedale; la paziente dovrà restare in osservazione per due ore dopo la somministrazione del farmaco, poi potrà tornare a casa ma dovrà sempre poter contattare un medico dell’ospedale; dopo 48 ore tornerà in ambulatorio per la somministrazione di una seconda dose del farmaco.
Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, afferma la fondatezza del parere del Consiglio Sanitario Regionale e dice che, con questi presupposti, la donna non deve essere necessariamente ricoverata in ospedale. Non c’è nessun legame tra il ricorso all’aborto farmacologico ed il numero degli aborti effettuati, che tra l’altro sono anche diminuiti da quando si usa la pillola RU486. Tutto ciò non significa che non si lavorerà ancor di più sulla prevenzione.
Il presidente conclude affermando che non è necessario un passaggio di approvazione da parte della Giunta regionale perché essendo una prestazione di tipo ambulatoriale saranno le stesse ASL che a livello territoriale si organizzeranno in merito.
E’ evidente che tale decisione è volta a diminuire l’inevitabile aumento dello stress per le donne e l’aumento vertiginoso delle spese sanitarie laddove neanche per l’aborto chirurgico è obbligatorio il ricovero ospedaliero. La pillola RU486 introdotta 20 anni fa in Italia ha avuto un lungo e travagliato iter conclusosi con l’utilizzo del farmaco in ospedale. Questa decisione della Regione Toscana apre una nuova fase per l’uso del farmaco abortivo e fa da apripista alle altre regioni italiane.
Claudia Del Vento
- Aborto e sessualità, la pillola Ru486 oltre la legge 194 di Maurizio Mottola
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