Sicuramente intorno alle carceri e alla crisi della giustizia si consuma la più clamorosa conferma che il caso Italia è irreversibilmente segnato da una impunita "flagranza di reato" che fa del nostro paese l'emblema della frattura tra parole e cose, il riferimento più ignobile del tradimento dei valori della civiltà democratica e giuridica.
E' di qualche ora fa l'ennesima tragica notizia del suicidio in carcere di un detenuto. Questa volta è accaduto nel carcere torinese delle Vallette dove un algerino di 25 anni si è impiccato nella cella. Era detenuto per resistenza e lesioni e sarebbe stato scarcerato tra sette mesi.
Nella stessa notte nel carcere di Torino un altro detenuto si è ferito all'addome con una lametta. Per fortuna è stato salvato in tempo.
Detenuti, agenti di custodia, assistenti di polizia penitenziaria, tutti accomunati dalla medesima angoscia, dalla medesima barbarie, dallo stesso destino: l'impossibilità a vivere nell'infermo delle nostre carceri.
Diventa inutile ripercorrere le tappe di questi omicidi annunciati. A nulla sono valse fino ad ora le parole del Capo dello Stato, i suoi appelli e messaggi al Parlamento, le condanne della Corte europea dei diritti dell'uomo, gli scioperi della fame e della sete di Marco Pannella, di migliaia di detenuti e agenti di custodia, degli stessi organismi che devono "gestire" questa terrificante situazione.
Il fronte del giustizialismo, della barbarie, del tradimento del diritto e della legalità, presente nel centrodestra e nel centrosinistra, nel leghismo qualunquista e nel grillismo demagogico, non sente ragione. Sono tutti determinati a perseguire la loro vocazione di morte e di assenza di valori, di parole vuote di umanità e di stimolazione alla più aggressiva cultura reazionaria che prepara la base dell'autoritarismo e della violenza dittatorale.
In forma diversa da quella degli anni del fascismo, ma con la medesima intenzione di massacro dell'uomo umano e delle speranze di vita. Ovviamente nella più rigorosa e falsa rappresentazione di regime "antifascista" e costituzionale. (G.R.)
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