“Niente gay nei nostri spot, siamo per la famiglia tradizionale”. Anzi, no. E allora ecco pronta la nuova ricetta formato Barilla per aprire le porte del Mulino Bianco anche agli affamati omosessuali: la 'Diversity & Inclusion Board'. Un progetto, quello annunciato dall'omofobo pentito Guido Barilla, presidente della holding di famiglia, per rafforzare l'impegno aziendale nel creare una cultura che valorizzi la 'diversità, l'inclusione e l'uguaglianza'.
'Prodotti' che, all'incirca un mese fa, l'azienda alimentare parmigiana, per bocca del buon Guido, aveva dimenticato di annoverare tra gli ingredienti di una riuscita strategia di comunicazione: ai microfoni de La Zanzara, infatti, l'erede dello storico marchio fondato da Pietro Barilla nel 1877, aveva lapidariamente liquidato ogni dubbio sulla possibilità di guardare in tv due bei maschi omosessuali mangiare un piatto di spaghetti o sfornare tarallucci e cornetti assieme al virile Banderas e alla sua devota gallina Rosita.
E allora giù con le critiche, le polemiche, le minacce di boicottaggio di cornetti, fusilli, fette dorate e compagnia bella. Con l'inquisizione omosessuale da un lato e la stima di molti consumatori sensibili vertiginosamente in picchiata, Guido Barilla corre ai ripari.
Come spiegare agli italiani tradizionalisti - e affezionati alla bella bionda che serve, con tanto di tacco 12 e trucco perfetto, i rigatoni al sugo al Ridge di turno mentre un bimbo angelico sorride aspettando di imbrattarsi il musetto - che anche i gay mangiano la pasta e comprano i biscotti? Ma con un nuovo Board!
Dunque, per prima cosa si nominamo membri della caravella alla scoperta della diversità, il famosissimo David Mixner, scrittore, sceneggiatore e “gay più potente d'America” e il campione alle paraolimpiadi, Alex Zanardi. Poi si continua con la nomina del primo Chief Diversity Officer (dirigente in capo per le diversità) del gruppo Barilla - un avvocato di origine brasiliana, Talita Erickson, esperta in 'gender balance', la mitologica parità dei sessi – e con la partecipazione al Corporate Equality Index, organismo che valuta politiche e pratiche riguardanti i dipendenti Lgbt.
Un team di esperti, insomma, che dovranno aiutare Barilla “a stabilire obiettivi e strategie concrete per migliorare lo stato di diversità e uguaglianza tra il personale e nella cultura aziendale in merito a orientamento sessuale, parità tra i sessi, diritti dei disabili e questioni multiculturali e intergenerazionali”.
Infine, ultima (per ora) tappa della via crucis dell'espiazione, è l'incontro di Guido Barilla con la presidente della Camera Laura Boldrini che, all'epoca delle infelici uscite del patron, gli aveva indirizzato una lettera con cui lo invitava ad un confronto sul ruolo della donna nella famiglia.
Mondato da ogni peccato e abbandonate le ricchezze e la sicurezza della terra eterosessuale, il gruppo Barilla è dunque pronto, mappa alla mano e tutti a board, ad affrontare il mare aperto per giungere nel nuovo continente dell'omosessualità. Ah, le Indie sono dall'altra parte e quelle piume, no, non sono gli Indiani.
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