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15/11/24 ore

Caso Torres, un'estradizione sul filo della pena di morte



Una fonte anonima del Dipartimento di Stato Usa avrebbe dichiarato alla stampa di ritenere che l’Italia potrebbe essere intenzionata ad espellere verso gli Usa Miguel Torres, senza seguire la normale procedura di estradizione.

 

Torres, 42enne di origine ispanica arrestato dai carabinieri il 15 marzo a Bologna, grazie ad informazioni giunte dalle forze dell’ordine statunitensi, viveva da alcuni anni nella città emiliama sotto falso nome lavorando come badante in una famiglia di anziani.

 

È accusato dell’omicidio di 1° grado della moglie Barbara J. West-Torres, che l’uomo avrebbe commesso nel 2005 dopo che la donna aveva avviato le procedure di divorzio. Da allora è sempre stato latitante, al punto di venir considerato una delle 15 persone più ricercate negli Usa.

 

Come è noto l’Italia non dovrebbe concedere l’estradizione di persone che in patria rischiano la pena di morte, ma è altrettanto noto che in alcuni casi recenti c’è stato bisogno della mobilitazione di alcune Ong italiane, in prima fila Nessuno tocchi Caino, per assicurarsi che questa norma venisse rispettata.

 

Nessuna dichiarazione sul caso Torres da parte del U.S. Justice Department, l’equivalente del Ministero della Giustizia, viene riportata dalla stampa Usa. Il procuratore distrettuale della Berks County, John T. Adams, titolare del processo, ha dichiarato di non voler chiedere la pena di morte proprio per non avere complicazione nel procedimento di estradizione.

 

La fonte del Dipartimento di Stato ritiene che l’Italia potrebbe avviare una procedura accelerata per il fatto che Torres è entrato in Italia sotto falso nome. In realtà la dichiarazione anonima del Dipartimento di Stato non sembra verosimile, almeno non nei termini esposti.

 

In questi casi la polemica legale/politica si incentra sulla credibilità delle garanzie che gli Usa forniscono che non chiederanno la pena di morte. I Ministeri di Giustizia dei vari paesi europei che di volta in volta si trovano ad affrontare problemi di estradizione verso gli Usa tendenzialmente considerano “tecnicamente” sufficienti le garanzie fornite dai colleghi statunitensi.

 

Subentra poi una lettura politica dei fatti, e spesso i paesi europei decidono di non estradare comunque verso gli Usa. (fonte Nessuno tocchi Caino)


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