E' stato definito un 'progressista'. E quei sorrisi emozionati della sua prima apparizione nella bianca veste di Pontefice hanno fatto sì che l'elezione di Bergoglio a Vescovo di Roma sia stata da molti salutata come promessa di quel cambiamento a cui la Chiesa sembra auspicare.
Ciò di cui è possibile discutere oggi, però, sono le posizioni del Cardinale Bergoglio, almeno quelle espresse finora, focalizzandoci in particolare sui temi 'tipicamente' radicali.
OMOSESSUALITA'
Sull'omosessualità Bergoglio si è pronunciato più volte, in particolare nel 2010, quando l'Argentina ha legalizzato (decimo paese del mondo, primo latinoamericano) le nozze gay.
Decisamente tradizionale sul piano dei diritti civili ed individuali, Bergoglio non si è limitato ad osteggiare, anche con parole veementi, il matrimonio tra persone dello stesso sesso, arrivando addirittura a creare una frattura tra la Chiesa argentina e la presidenza di Cristina Fernandéz Kirchner.
"Una mossa del diavolo! [...] È in gioco l'identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. La posta in gioco è la vita di tanti bambini discriminati in anticipo poiché privati della crescita umana che Dio ha voluto essere data da un padre e da una madre. La posta in gioco è un rifiuto esplicito della legge di Dio, incisa nei nostri cuori" sosteneva nel 2010 Bergoglio, noto per la sua schiettezza e, per questo, apprezzato dentro e fuori la Chiesa.
ABORTO
Sull'aborto, definito una pena di morte, il Bergoglio-pensiero è in linea con i dettami della dottrina ecclesiastica: "Dobbiamo ascoltare, accompagnare e capire dal posto dove ci troviamo, per salvare le due vite: rispettare l’essere umano più piccolo e indifeso, adottare misure che possano preservare la sua vita, permettere la sua nascita ed essere creativi nella ricerca dei sentieri che portino al suo pieno sviluppo".
EUTANASIA
La linea sulla vita umana è sempre stata chiara, legata strettamente alla tradizione della dottrina cattolica, che i gesuiti giurano davanti a Dio di custodire: "Quello che si valorizza di meno in America Latina è la vita, mentre oggi si vive una cultura dello scarto di tutto ciò che non è funzionale"; una posizione che lega a doppio filo aborto ed eutanasia, considerate entrambe aberrazioni del genere umano e storture delle libertà individuali.
Sull'eutanasia però Bergoglio ha una posizione decisamente forte, arrivando a denunciare l'abbandono e la solitudine degli anziani come un "un’eutanasia coperta: le opere sociali pagano fino a un certo limite, si scartano gli anziani quando, in realtà, sono la sede della saggezza del popolo".
POVERTA' e DISUGUAGLIANZA
Se sotto questo profilo Bergoglio è profondamente tradizionalista, radicato alla dottrina cattolica come tutti i gesuiti, lo stesso non si può certo dire anche sul piano sociale: emblematica la sua posizione decisamente moderata sulla Teologia della Liberazione, che accese la riflessione teologica in America Latina alla fine degli anni '60 tendendo a porre in evidenza i valori di emancipazione sociale e politica presenti nel messaggio cristiano, ma che fu osteggiata da Roma per bocca di Giovanni Paolo II: "la concezione di Cristo come politico, rivoluzionario, come il sovversivo di Nazaret, non si compagina con la catechesi della Chiesa".
Bergoglio si è collocato sapientemente nel mezzo delle due posizioni indirizzando le sue forze sui diseredati, i miserabili ed i poveri dell'America Latina, sulle ingiustizie sociali tutt'ora presenti in un continente meravigliosamente contraddittorio nella sua mistica religiosità e nella sua interpretazione della dottrina cattolica: l'attenzione per gli ultimi, contestualizzata nella realtà argentina, è necessariamente indirizzata verso quella fetta di popolazione (ampissima, seppur in assottigliamento) sfruttata nel lavoro e nella dignità umana, che siano operai, prostitute o bambini lavoratori.
In tal senso Bergoglio ha raccolto un fortissimo consenso popolare, probabilmente perchè ha saputo unire l'impegno per gli ultimi con uno stile di vita sobrio e morigerato, da gesuita appunto: "I diritti umani sono violati non solo dal terrorismo, la repressione e le uccisioni, ma anche dall’esistenza di condizioni di estrema povertà e di condizioni economiche ingiuste, che sono all’origine delle grandi diseguaglianze".
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