L’associazione britannica per la tutela dei diritti dei bambini, 'Save the Children', ha pubblicato un rapporto che pone all’attenzione della comunità internazionale la condizione degli oltre 2 milioni di bambini siriani, a due anni dall’inizio della guerra civile.
Malnutrizione, violenze e torture prolungate rischiano di cambiare completamente il volto di una generazione oggi bambina, che dalle testimonianze raccolte sembra essere sull’orlo di un punto di non ritorno, entrando a far parte della larghissima schiera di traumatizzati senza possibilità di recupero.
Come spiegato da Justin Forsyth, responsabile di 'Save the Children' in Libano, dove sono rifugiati oltre 340mila siriani in fuga, "questa è una guerra dove le donne e i bambini sono le prime vittime". Il rapporto dell'associazione riporta anche dei dati raccolti tra i bambini siriani rifugiati in Turchia dall‘università di Bahcesehir: un bambino su tre ha dichiarato di aver preso pugni o calci o addirittura colpi di artiglieria nel paese di origine.
Un' agghiacciante testimonianza, riportata dallo stesso Forsyth, racconta di un bambino tenuto in cella con altre 150 persone, di cui 50 bambini come lui: "E’ stato portato fuori ogni giorno, attaccato ad una ruota gigante e bruciato con le sigarette. Aveva 15 anni: un trauma, specialmente per un bambino, devastante".
Nel rapporto, due terzi dei piccoli intervistati hanno dichiarato di essere stati separati dai loro familiari durante il conflitto; un terzo, di aver sperimentato la morte di un amico o di un parente. La relazione sottolinea inoltre come la paura di violenza sessuale può essere ritenuta, a ragione, una delle cause principali di fuga delle famiglie dal loro territorio.
Forsyth ha riferito che lo stupro è utilizzato sistematicamente per punire gli oppositori del governo, ma questo aspetto è spesso sottostimato dalle autorità internazionali a causa della delicatezza del problema: "Nella maggior parte dei conflitti - viene spiegato nel rapporto - oltre il 50% degli stupri sono nei confronti dei bambini”.
Nicole Itano, portavoce di 'Save the Children' ha riferito delle terribili condizioni abitative dei campi profughi siriani: "Le scuole sono chiuse, il cibo sta per esaurirsi e l’acqua è sporca e porta le persone ad ammalarsi a causa dei servizi igienico sanitari non funzionanti". E ha aggiunto: "Questi bambini, queste famiglie, attraversano il confine dopo un viaggio molto pericoloso e arrivano nei campi profughi, affamati e spaventati”. Da oltre due anni.
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