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16/11/24 ore

Sovraffollamento, droghe, tortura: iniziativa popolare contro l'emergenza carceri



Urgenza, emergenza, condizione inumana, intolleranza, degrado. Sono tante, troppe le parole a senso unico utilizzate per descrivere la status quo delle carceri italiane. Parole che negli ultimi mesi hanno riempito le bocche e le agende delle istituzioni politiche e delle autorità competenti, parole foriere di un'azione imminente e inevitabile, parole “rimaste nel novero delle buone intenzioni”.

 

Per questo motivo i Garanti dei diritti dei detenuti provenienti da ogni parte di'Italia e coordinati dall'ex sottosegretario alla Giustizia, Franco Corleone, hanno deciso di passare ai fatti, depositando tre proposte di legge di iniziativa popolare in Cassazione da consegnare al predisente Napolitano durante la sua visita al carcere di San Vittore prevista per il 6 febbraio.

 

Introdurre in il reato di tortura, ridurre l’affollamento penitenziario e riformare la legge sulle droghe: in sintesi sono questi i tre punti presentati da numerosi associazioni (tra cui A buon diritto, Ristretti Orizzonti, Antigone, Arci) che puntano a rendere operative quelle istanze di giustizia previste ma ancora inapplicate nei contronti della popolazione carceraria italiana.

 

In primo luogo, quindi, bisogna che, sulla base del testo codificato nella Convenzione delle Nazioni Unite, vengano considerati reati quei maltrattamenti subiti dai detenuti e classificabili in molti casi come tortura.

 

Poi, spiegano le associazioni, è necessario “abrogare il reato di clandestinità ripristinando la possibilità di accesso ai benefici penitenziari e azzerando tutti gli aumenti di pena”: questo, assieme alla revisione dei criteri di misura cautelare, alla diversificazione del sistema delle sanzioni e alla tutela del sacrosanto diritto a una difesa adeguata anche a chi non può permettersela economicamente, sono solo alcuni dei punti chiave di un progetto che punta ad affrontare subito la spinosa questione del sovraffolamento carcerario.

 

Con la terza proposta popolare, infine, si vuole sollecitare la modifica della legge sulle droghe, “depenalizzando i consumi, diversificando il destino dei consumatori di droghe leggere e di sostanze pesanti, diminuendo le pene e restituendo centralità ai servizi pubblici per le tossicodipendenze”. Abrogando, insomma, “il paradigma punitivo della Fini-Giovanardi” che, solo nel 2011, ha portato dietro le sbarre ben 28mila persone. (red)


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