Nonostante sulla carta sia riconosciuto come uguale per tutti il diritto di uomini e donne a ricevere un'adeguata istruzione, nel concreto nelle realtà più povere del mondo l'obiettivo appare molto lontano dall'essere raggiunto.
Il più delle volte infatti, in non poche realtà, giovani donne, molto spesso ancora bambine, sono costrette a dover abbandonare contro la loro volontà la scuola per assolvere a un ruolo a cui la società in cui sono nate le ha relegate: giovanissime madri detentrici del focolare domestico.
E’ quanto emerge dal rapporto 'The State of the World’s Girls 2012: Learning for Life', presentato ieri nella Capitale dall’associazione onlus Plan Italia, alla presenza fra gli altri del Ministro dell’Integrazione e della Cooperazione Andrea Ricciardi.
Il documento, nell’ambito della campagna internazionale 'Because I am a gir', si è concentrato sulla condizione generale delle bambine nel mondo. Secondo i dati riportati da Plan Italia, soltanto il 50% delle bambine nei paesi più poveri conclude la scuola primaria; a una bambina su 5 è negato il diritto di frequentare la scuola secondaria e il 90% delle ragazzine tra i 12 e i 17 anni è costretto ad abbandonare l’istruzione per aiutare in famiglia.
Il rapporto ha inoltre evidenziato come le bambine abbiano, nelle situazioni più disagiate, molti più motivi dei maschi per non riprendere la scuola a causa di matrimoni precoci, violenze sessuali e abusi correlati, senza contare l’aumento del tasso di mortalità tra le partorienti a causa della contrazione del virus dell’Hiv.
Secondo Tiziana Fattori, direttrice nazionale Plan Italia, "l’istruzione è il vero tasto dolente. La mancata scolarizzazione ha un duplice effetto: rende le bambine socialmente più vulnerabili e le priva della possibilità di sottrarsi al cerchio della povertà”.
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