Nel ricco programma artistico di Ravello Festival 2012 si è tenuta un’ interessante rassegna di proiezioni video, dove spiccano i nomi più famosi della videoarte internazionale. Il tema è intitolato, in modo concettuale, Video Medium Intermedium..
Il video nell'arte contemporanea rappresenta una contraddizione dell'arte visuale, proprio perché il tipo di rappresentazione che vediamo comunemente nelle pitture o nelle sculture si basa prevalentemente sul linguaggio informale e su quello concettuale.
Possiamo affermare quindi che il linguaggio creativo in genere, anche negli attuali stili espressionisti, tende a non essere né figurativo né iconico, mentre nella forma visuale del video di arte contemporanea sembra esserci un ritorno all'immagine tradizionale, sia pure in movimento, a una forma di rappresentazione strettamente legata alla tecnica del mezzo di riproduzione (la cinepresa, il nastro o la scheda di memoria dove viene impressa la ripresa, il montaggio e la proiezione) che nemmeno sa di opzione alternativa alla tecnica di video tradizionale, cioè quella che fanno tutti coloro che si apprestano ad usare la cinepresa, che adesso è solo digitale.
In pratica il video d'arte è una delle arti visuali che crea maggiore confusione su tutta una serie di postulati che vengono ad essere posti come dogmi per quanto riguarda le altre discipline dell'arte, sopratutto le più rappresentative, come la pittura e la scultura.
Se dalla fine dell'Ottocento si è cercato di trovare altre strade per la rappresentazione dell'immagine che non sia l'imitazione della natura, non vedo perché in questi ultimi decenni, con l'affermazione del video d'artista, si riprende la realtà così come è, cioè facendo una copia dal vero come si faceva un tempo per la pittura e per la scultura.
Eppure abbiamo avuto anche nella videoarte teorizzazioni ed esempi che già tanti artisti hanno proposto e che, eccetto qualche video presente nella mostra, sarebbe stato forse interessante vedere raccolti quale tendenza predominante in questa rassegna. Sarebbe stato interessante, insomma, vedere una dimostrazione concreta di come la video arte non contraddica il linguaggio dell’arte contemporanea ma lo rafforzi trasponendolo in un altro linguaggio, ovvero medium.
Ma su questo obbiettivo si potrà ancora lavorare. Intanto si può affermare che Video Medium Intermedium per la Biennale di Venezia per Ravello Festival resta comunque una validissima mostra, che testimonia il corso dell'arte contemporanea, indispensabile per i videomaker e per chi vuole approfondire lo sviluppo che c’è stato nel settore dagli anni Settanta ad oggi.
La mostra di video d’artista dalle collezioni ASAC – Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia I video degli anni '70 presentati in mostra sono stati raccolti da Bice Curiger attorno a 7 nuclei tematici:
1. Video-galleria di Gerry Schum
Schum realizza nel 1969 la prima mostra televisiva dal titolo Land Art sulle produzioni di artisti come Boezem, Dibbets, Flanagan, Long, De Maria, Oppenheim e Smithson. Nel 1970 è la volta diIdentifications che documenta le azioni e le performance di 20 artisti internazionali quali Anselmo, Beuys, Boetti, Brown, Buren, Calzolari, De Dominicis, Van Elk, Fulton, Gilbert&George, Kuehn, Merz, Rinke, Rueckriem, Ruthenbeck, Serra, Sonnier, Walther, Weiner, Zorio.
2.Fluxus e Happening Art (Joseph Beuys, Giuseppe Chiari, Allan Kaprow, Nam June Paik)
Gli esponenti del movimento Fluxus sono attratti dall’idea di un’arte totale che combina musica, danza, poesia, teatro e performance.
3. Artisti che lavorano in performance (Marina Abramovic, Eleanor Antin, Christian Boltanski, Simone Forti, Rebecca Horn, Joan Jonas)
La performance art si sviluppa grazie al lavoro di artisti concettuali che utilizzano il proprio corpo come mezzo espressivo.
4. Linguistica e tautologie (Vincenzo Agnetti, John Baldessarri, Dan Graham, Maurizio Nannucci)
Il video diventa un mezzo di riflessione e di esplorazione del linguaggio visivo e verbale.
5. Autoriflessioni (Vito Acconci, Douglas Davies, Ketty La Rocca, Arnulf Rainer)
Con la videocamera gli artisti esaminano la loro identità individuale e il rapporto uomo e società.
6. Esperimenti elettronici (Ed Mellnik, Pamela Shaw, Nina Sobel, Woody Valsuka, Bill Viola)
Procedimenti tecnici d’avanguardia rendono possibile la manipolazione del segnale elettronico.
7. Estensione della ricerca artistica attraverso il video (Alighiero Boetti, Daniel Buren, Les Levine, Urs Lüthi, Giulio Paolini, Lucio Pozzi)
La diffusione di nuove tecnologie video produce un allargamento del campo della sperimentazione.
Giovanni Lauricella
Museo di Villa Rufolo di Ravello
dal 24 giugno al 8 settembre 2012
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