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19/11/24 ore

Il velo strappato, di Brunella Schisa. Una storia vera


  • Giovanna D'Arbitrio

Come tanti personaggi femminili del passato, anche Enrichetta Caracciolo di Forino col passar del tempo è caduta nell’oblio dal quale Brunella Schisa l’ha salvata con il suo romanzo Il velo strappato. Tormenti di una monaca napoletana, partendo da un libro scritto proprio da Enrichetta nell’800 e pubblicato da Giunti con il titolo Misteri del chiostro napoletano.

 

Il libro viene così presentato da Arper Collins Italia: “È il 1840, Enrichetta ha diciannove anni e ha da poco perso il padre, Don Fabio Caracciolo, maresciallo del Regno delle Due Sicilie a Reggio Calabria, ultimo figlio del Principe di Forino. Lei è giovane, nobile, innamorata di Domenico. Ma la famiglia di lui non approva l’unione. Sì, Enrichetta vanta ascendenze illustri, ma è priva di solidità economica e il matrimonio non s’ha da fare. 

 

Così sua madre, stanca del carattere ribelle della figlia e della sua propensione a scegliere uomini sbagliati, prende una decisione risolutiva: Enrichetta entrerà nel convento di San Gregorio Armeno, a Napoli, e vi resterà fino a quando la situazione finanziaria della famiglia non sarà risolta. A nulla servono le proteste della giovane: i mesi lì dentro diventano anni ed è costretta a prendere i voti. 

 

La costrizione la fa ammalare, Enrichetta vuole sfidare le leggi della Chiesa e tornare libera, ma persino le suppliche indirizzate a papa Pio IX vengono respinte. Eppure, niente riesce a spegnere la passione che muove il suo animo. Una passione che si fa presto politica e la porta a sposare la causa della rivoluzione contro i Borbone, del sogno di una nuova patria: l’Italia. 

 

Brunella Schisa torna a raccontare la sua città natale, Napoli, attraverso una straordinaria eroina, Enrichetta Caracciolo di Forino, monaca, femminista ante litteram, patriota risorgimentale, autrice del bestseller ottocentesco Misteri del chiostro napoletano, da cui Schisa prende le mosse per il suo romanzo. Il velo strappato trascina ed emoziona il lettore, che, attraverso i moti del cuore di una donna eccezionale, rivive un’esistenza indimenticabile e partecipa a una grande lotta per la libertà”

 

Commozione e rabbia suscitano le vicende di Enrichetta, sottoposta ad umiliazioni, assurde imposizioni, ipocriti comportamenti che rifiuta con forza, lei che avrebbe voluto sposarsi ed avere dei figli, costretta a vivere tra monache, spesso ignoranti, pettegole e litigiose, che intrecciano relazioni amorose con i preti nel segreto dei confessionali. 

 

Nonostante tutto ciò, Enrichetta non si stancherà mai di lottare per ottenere la libertà: si rivolgerà a papa Pio IX, si ammalerà, ma continuerà a sperare che qualcosa possa cambiare con la vittoria delle idee rivoluzionarie risorgimentali. E in effetti con l’avvento dell’Unità d’Italia, molti conventi vennero riformati e e fu offerta la possibilità di abbandonarli a chi non aveva la vocazione. 

 

Brunella Schisa evidenzia un sincero interesse per il romanzo storico e scrive un libro basato su documentazioni, studi e citazioni, focalizzando la sua attenzione sul personaggio di Enrichetta che alla fine potrà far valer la sua volontà: si sposerà e ricoprirà cariche importanti, una femminista ante litteram, un ‘eroina romantica che col tempo era stata dimenticata.

 

BrunellaSchisa, napoletana trapiantata a Roma, giornalista e scrittrice, ha una rubrica di libri sul Venerdì di Repubblica. Ha scritto: La donna in nero (Garzanti, 2006, che ha vinto diversi riconoscimenti, tra i quali il Premio Rapallo Carige), Dopo ogni abbandono (Garzanti, 2009), La scelta di Giulia (Mondadori, 2013), La Nemica (Neri Pozza, 2017) e, con Antonio Forcellino, Lo Strappo (Fanucci, 2007). Per Giunti ha inaugurato la collana diretta da Lidia Ravera “Terzo Tempo” con Non essere ridicola (2019). È stata inoltre traduttrice e curatrice di Una strana Confessione (Einaudi, 1979) Raymond Roussel Teatro (Einaudi, 1982) e delle Lettere di una Monaca Portoghese (Marsilio, 1991) delle più grandi autrici italiane di romanzi storici”.

 

 


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