Una lettera per Sara, di Maurizio De Giovanni, è stato pubblicato solo il 19 maggio per volere dello stesso autore, intenzionato a dar risalto alla riapertura delle librerie dopo il lockdown per Coronavirus, librerie che senz’altro vanno preservate e difese dal boom di acquisti on line. Il bravo giallista napoletano, in effetti, è noto non solo per i suoi romanzi, ma anche per il suo serio e costante impegno civile.
Qualche anno fa lo scrittore ha creato personaggio di Sara che ha dato il via ad una serie di successo (Ed. Rizzoli): 1) Sara al tramonto; 2) Le parole di Sara; 3) Una lettera per Sara, l’ultimo della serie
Lo stesso autore in un’intervista ha definito Sara come una giustiziera o un giudiceche lavora sul passato, “in un Paese che molte volte ha voltato pagina prima di rileggerla, molte volte ha alzato il tappeto e ha buttato la povere sotto, molte volte ha chiuso delle stanze e ha buttato la chiave: ci sono molti buchi nel passato del Paese”.
De Giovanni ha dedicato il libro a Graziella Campagna, una diciasettenne che lavorava in una lavanderia, uccisa misteriosamente nel 1985: solo dopo vent’anni, grazie alle indagini di suo fratello carabiniere, si è poi scoperto per quale motivo era stata uccisa. Ispirandosi a tale delitto, l’autore ha reinventato la storia ex novo nel romanzo.
Ed ecco in breve una parte della presentazione nel risvolto anteriore di copertina: “Mentre una timida primavera si affaccia sulla città, i fantasmi del passato tornano a regolare conti rimasti in sospeso, come colpi di coda di un inverno ostinato. Che aprile sia il più crudele dei mesi, l'ispettore Davide Pardo, a cui non ne va bene una, lo scopre una mattina al bancone del solito bar, trovandosi davanti il vicecommissario Angelo Fusco, il vecchio superiore di Davide, che gli un favore…Pardo esita, sbaglia, e succede un disastro. Per riparare al danno, il poliziotto si rivolge a Sara Morozzi, la donna invisibile che legge le labbra e interpreta il linguaggio del corpo…il soffio di un vento gelido che colpisce a tradimento nel tepore di aprile, e lascia affiorare ricordi che sarebbe meglio dimenticare. In un viaggio a ritroso nel tempo, Maurizio de Giovanni dipana il filo dell'indagine più pericolosa, quella che scivola nei territori insidiosi della memoria collettiva e criminale di un intero Paese, per sciogliere il mistero di chi crediamo d'essere, e scoprire chi siamo davvero”-
Ci sembra giusto ricordare le caratteristiche del personaggio, nonché la trama in breve dei primi due libri. In “Sara al Tramonto”, si legge: “Sarà non vuole esistere. Il suo dono è l'invisibilità, il talento di rubare i segreti delle persone. Capelli grigi, di una bellezza trattenuta solo dall'anonimato in cui si è chiusa, per amore ha lasciato tutto seguendo l'unico uomo capace di farla sentire viva. Ma non si è mai pentita di nulla e rivendica ogni scelta. Poliziotta in pensione, ha lavorato in un'unità legata ai Servizi, impegnata in intercettazioni non autorizzate. Il tempo le è scivolato tra le dita mentre ascoltava le storie degli altri”.
Il secondo libro della serie “Le parole di Sara”, presentato a Napoli nella Libreria Raffaello - Book & Coffe in un interessante incontro del “Club dei Lettori” con l’autore il 30 aprile 2019.
E anche in questo libro, come in tutti i romanzi di De Giovanni, si ritrova il suo stile inconfondibile di De Giovanni, uno stile pieno di suspense misto a intense emozioni, forte caratterizzazione dei personaggi, prosa che assume a tratti delle impennate liriche e s’innalza al di sopra del frastuono quotidiano, benché non manchino temi reali che vanno oltre il genere noir, come corruzione, difficoltà dei poveri, pericoli delle nuove tecnologie, utilizzo di dati personali e così via
Insomma De Giovanni riesce sempre a creare un mix tra suspense, sentimenti, emozioni e humour, ma allo stesso tempo tra i tanti personaggi da lui tratteggiati con abilità, questa volta aveva dato vita ad una protagonista nuova e straordinaria, una donna umana e sensibile dietro una maschera glaciale e impassibile, una figura femminile esile e minuta seduta sulla panchina di un parco che nella luce del tramonto diventa diversa, poiché “Sara al tramonto aveva nel cuore una porta aperta in cima a una scala a chiocciola, e quella porta era la sua debolezza”.
Ecco un video su Sara (Rizzoli Libri)
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