Vincitore del Premio Pavoncella 2019 per la letteratura (conclusosi il 15 giugno a Sabaudia), il romanzo “L’acquaiola” (ed. Piemme) di Carla Maria Russo, ha senz’atro meritato tale riconoscimento per maturità stilistica e contenuti significativi
Toccante il discorso dell’autrice che nel ricevere il Premio ha ricordato sua nonna, analfabeta ma dotata di vivace intelligenza, che soleva raccontarle esperienze e storie del passato dalle quali in parte ha tratto ispirazione per la stesura del suo romanzo.
Sul risvolto di copertina, il libro viene così presentato: ”Maria ha quindici anni, vive in un paesino dell'Appennino centro meridionale d'Italia e mantiene se stessa e l'anziano padre malato facendo la bracciante nei campi dei signori, un lavoro incerto e molto gravoso, fino a quando non viene assunta come acquaiola nella casa di don Francesco, il signorotto del paese, con il compito di recarsi più volte al giorno e con qualunque tempo alla fonte, che dista tre chilometri dal paese, per rifornire la famiglia di acqua.
A don Francesco, infatti, è nato il quinto figlio, Luigi, il quale rivela fin dall'infanzia una natura ribelle, precoce e assetata di libertà. I destini di Maria e Luigi, così diversi fra loro, si intrecceranno in una serie di vicende dolorose ma, nello stesso tempo, intense e salvifiche per entrambi. Intorno a loro, una umanità umile, legata alla terra e alle antiche tradizioni, assuefatta a una vita di miseria, sacrifici e secolari soperchierie sopportate con fatalistica rassegnazione e per questo spesso dura e inflessibile, ma anche capace di pietà e umana solidarietà”.
Si tratta di una presentazione che rispetta in pieno le caratteristiche del romanzo e la bravura dell’autrice: colpisce in effetti la figura di Maria, l’ultima di quattro sorelle, due delle quali andate alla “Merica”. Nata da genitori già anziani. Maria vive in una casa umile consistente in una sola stanza con un camino e un fondaco sottostante, riparo per un asino e le galline. Il duro lavoro di bracciante la costringe a lavorare dall’alba al tramonto.
Maria è solo una ragazzina con un peso enorme sulle sue spalle, eppure è già una piccola donna consapevole dei suoi doveri, poiché “il senso del dovere è radicato nel suo cuore come le rocce nella terra delle sue montagne”. Lavora come un uomo, è forte, ma il suo lavoro nei campi dei padroni viene pagato poco, perché il salario di una donna è la metà di quello di un maschio, anche a parità d’impegno e risultati.
Avevo già letto il libro tempo fa e posso affermare che con il romanzo “L'acquaiola”, Carla Maria Russo dà senz’altro prova di grande maturità letteraria, regalando ai lettori un personaggio indimenticabile, inserito in modo veritiero e realistico nel quadro della società di un piccolo paese del primo novecento.
Dai cenni biografici su Carla Maria Russo, apprendiamo che è appassionata di ricerca storica e adora le biblioteche, dove trascorre parecchio tempo. Per Piemme ha pubblicato con successo: La sposa normanna, Il Cavaliere del Giglio, L'amante del Doge, Lola nascerà a diciott'anni, La regina irriverente, Le nemiche (2017), La bastarda degli Sforzae I giorni dell'amore e della guerra, questi ultimi dedicati alla figura di Caterina Sforza.
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