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16/11/24 ore

Franz Rosenzweig. Filosofo - Teologo dell'Ebraismo nella Germania del primo '900



“Il lavoro che presento è il prodotto ed il riassunto di pensieri maturati nel tempo, tutti collegati alla lettura di testi che hanno lasciato profonda impressione ed intensa emozione nell'animo: una specie di ricognizione spirituale e quasi un bilancio degli ultimi anni di studio, seppur discontinuo”. Così Leonello Levi inizia la prefazione al suo libro “Franz Rosenzweig. Filosofo - Teologo dell'Ebraismo nella Germania del primo '900” (Sometti editore).

 

 

Una descrizione decisamente riduttiva e piuttosto ingiustamente modesta, poiché questo “prodotto” è senza dubbio ben più ampio e profondo. Certamente è di non facile lettura e forse più adatto ad esperti che al grande pubblico, ma interessante per entrare in quel mondo di intellettuali, scrittori, filosofi ebrei dei primi anni del secolo scorso che fu ricco di fermenti culturali e che pochi anni dopo sarebbe stato disperso (per quei pochi più fortunati che riuscirono a scappare e sopravvivere) e distrutto dal nazismo.

 

Dalla lettura di questo libro pubblicato da “Editoriale Sometti”, emerge il ritratto, così ben descritto, di uno dei maggiori filosofi ebrei di quel periodo. Rosenzweig che, laureatosi prima in medicina, si dedica poi allo studio della storia e della filosofia. Proveniente da una famiglia molto assimilata e dopo aver superato il tentativo di conversione ad una delle confessioni cristiane, come gran parte degli intellettuali suoi contemporanei, a 27 anni comincia ad affrontare una crisi spirituale che lo porta a ritrovare la sua identità originaria.

 

Abbandonata la carriera di medico e gli studi storici, si dedica interamente agli studi ebraici, fondando e dirigendo a Francoforte il “Freies Jüdisches Lehrhaus” (libero istituto ebraico di insegnamento).

 

Levi, come si diceva, non si limita a tracciare un ritratto del filosofo-teologo tedesco o ad analizzarne il suo percorso spirituale e intellettuale, ma prende in esame in maniera approfondita le sue opere con particolare riguardo alla principale e più nota “Stella della redenzione”. La inserisce  nel quadro storico, comparandone il contenuto alle altre correnti filosofiche con le quali

 

Rosenzweig entrò in contatto (perché ne fu discepolo o perché ne prese le distanze) e riportando, sempre accompagnandole da suoi commenti e analisi, le riflessioni e le reazioni dei colleghi ebrei suoi contemporanei o di poco più giovani.

 

Tanti, quindi, gli argomenti trattati in poco più di cento pagine, dalla filosofia politica, a quella esistenziale, religiosa ed interreligiosa, passando per l'etica e la gneosologia.


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