Il reato è stato introdotto solo nel 2009, ma nonostante questo, è un fenomeno sociale ancora poco conosciuto, ben più diffuso e devastante di quanto si possa pensare e spesso non affrontato nelle maniere migliori. Eppure se ne può uscire vittoriosi se si ha la forza di chiedere aiuto, di reagire e trovare la sicurezza necessaria ad affrontare il problema.
Sì, si può sconfiggere il proprio persecutore, anche se sicuramente non è facile, e la società moderna, soprattutto in Italia, è spesso indifferente a quanto le vittime sono costrette a subire. Questo è quel che sembra suggerire Marilina Veca, nel suo libro “Sette volte sette”, nel quale racconta sette episodi di sette donne molto diverse tra loro, ma che hanno in comune una storia di persecuzione.
Tale infatti è la definizione comune di stalking, una forma di attaccamento morboso ad un'altra persona, in genere di sesso opposto, che si manifesta nell'imporre, in forma esclusiva, una relazione in gran parte dei casi non desiderata. E', come spiega l'autrice, un'”intrusione continua, malata e perversa nella vita privata e lavorativa, è la negazione sistematica della libertà e dignità personale "che troppo spesso sfocia ancora nella violenza e perfino in eventi delittuosi".
Così le vicende che accomunano Margherita, Elena, Signe, Flaminia, Alice, Tiziana, Antonia (i nomi sono inventati, ma le storie sono vere) sono al contempo un messaggio di denuncia, ma anche, nel complesso, di speranza.
L'autrice, giornalista free-lance, racconta brevemente, ma con dovizia di particolari, con uno stile narrativo partecipato, ma mediato dal distaccamento tipico di chi scrive di cronaca, in maniera avvincente e mai pesante come questo problema sia sorto e come queste signore lo hanno affrontato.
Sette persone appartenenti a fasce economiche sociali e culturali diverse, ma che alla fine, in sei, riusciranno a venirne fuori, ad affrontare il mostro e a non averne più paura, si incontreranno, inconsapevoli l'una dell'altra di ciò che le accomuna.
La parte narrativa della Veca è importante per sensibilizzare il pubblico e, probabilmente, per aiutare ad aumentare la consapevolezza delle vittime, ma il libro è corredato anche da alcune note di esperti del settore che forniscono cifre e dati per comprendere meglio il fenomeno.
E' quindi un libro completo e perciò importante per tutti: per chi in qualche modo si identifica in una delle storie, per chi è interessato al fenomeno e per coloro che ne hanno soltanto sentito parlare.
Elena Lattes
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