Una giusta causa (On the Basis of Sex), di Mimi Leder, narra le dure lotte di Ruth Bader Ginsburg per i diritti delle donne e la parità di genere, lotte che alla fine le consentirono di diventare giudice della Corte Suprema degli Usa.
Ruth (Felicity Jones) fu in effetti tra le poche donne ammesse alla facoltà di giurisprudenza ad Harvard negli anni ‘50. In seguito ad una grave malattia del marito Martin D. Ginsburg (Armie Hammer), avvocato tributarista, fu costretta a lasciare Harvard e a completare i suoi studi all’università della Columbia. Laureata a pieni voti, faticò a trovare lavoro negli studi legali e pertanto si dedicò all’insegnamento.
Negli anni ‘70 ritroviamo Ruth madre di due figli e ormai rassegnata a fare l’insegnante, in pieno contrasto con "ésprit du temp", quando la rivoluzione giovanile del ‘68 faceva sperare in un mondo più giusto. In effetti la figlia di Ruth, Jane (Cailee Spaeny), contesta il sistema partecipando a cortei di protesta e rimprovera la madre che non lotta con forza contro i pregiudizi maschilisti, supportati da ben 150 leggi.
Intravedendo un escamotage per modificare tali leggi, tuttavia, Ruth ricomincia a combattere coinvolgendo famiglia, alunne e amici per difendere un uomo single, al quale erano negati i diritti di assistenza alla madre disabile, diritti concessi solo alle donne come badanti.
Qualche critico ha definito regia (di Mimi Leder), sceneggiatura (di Daniel Stiepleman) e interpretazione (di Felicity Jones) piuttosto “piatte” e poco incisive nel descrivere un personaggio così rivoluzionario. In verità ci sembra che nel suo insieme il film riesca a dar risalto alla figura di Ruth in modo veritiero, senza mai abbandonarsi ad enfatici eccessi e falsa retorica.
Positivo appare, inoltre, il personaggio di Marty Ginsburg, marito affettuoso e collaborativo, utili senz’altro le scene delle lezioni di Ruth alle studentesse che in breve sintetizzano le numerose inique leggi, efficaci i confronti tra generazioni nei dialoghi veloci e taglienti tra Ruth, l’anziana Dorothy Kenyon (Kathy Bates), vera icona del femminismo, e la giovane Jane.
Un film senz’altro interessante, se si pensa che la lotta per la parità di genere ancor oggi è in atto, inasprita dall’attuale carenza di posti di lavoro .Tra le altre pellicole della regista ricordiamo The Peacemaker (1997), Deep Impact (1998) Un sogno per domani (2000), The Code (2009)
Ecco il significativo trailer.