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24/11/24 ore

Il Professore e il Pazzo, di P.B. Sherman. Toccante biopic sui redattori dell’Oxford English Dictionary


  • Giovanna D'Arbitrio

Il Professore e il Pazzo (The Professor and the Madman), diretto da P. B. Shemran, è tratto dal libro The Surgeon of Crowthorne: A Tale of Murder, Madness and the Love of Wordsdi Simon Winchester.

 

Il biopic narra la storia delle origini del primo Oxford English Dictionary nel 1879, quando James Murray (Mel Gibson), colto scozzese autodidatta, lanciò da Oxfod un appello ai volontari sparsi in tutto il mondo per cercare il significato di ogni parola della lingua inglese. Il migliore tra essi risultò W.C. Minor (Sean Penn), rinchiuso nel manicomio criminale di Broadmoor.

 

In effetti  Minor,  chirurgo americano traumatizzato dagli orrori della guerra, aveva ucciso alcuni anni prima per errore un passante che aveva moglie e sei figli, scambiandolo per un suo persecutore immaginario.

 

Dopo vari anni di scambi epistolari, nel film i loro primi incontri colpiscono per gli intelligenti e veloci botta e risposta a base di “lemmi”, prova evidente della passione che li unisce per parole, libri e cultura. 

 

Nel film appare rilevante anche il ruolo delle donne. Accanto a Sir James Murray, magistralmente interpretato da Gibson, c’ è sua moglie Ada, una donna forte e coraggiosa (Jennifer Ehle) che saprà sostenere il suo compagno nei difficili momenti in cui gli altezzosi docenti di Oxfod cercheranno di togliergli il prestigioso incarico della redazione del dizionario.

 

Le fa da contrappunto l’indomita vedova Eliza Merett (Natalie Dorman) che si rivela perfino capace di perdonare e amare l’assassino ormai pentito e disposto ad aiutare lei e gli orfani, considerandolo una vittima della violenza della guerra. 

 

Grande interprete Sean Penn nel drammatico e difficile ruolo di Minor, capace di esprimere ogni emozione con il viso, gli occhi e il corpo scosso dalla schizofrenia e dalle crudeli invasive cure inflitte a lui dallo psichiatra. Tormentato da allucinazioni e sensi di colpa, Minorsfuggirà al manicomio solo grazie ad amicizia e amore.

 

Un film emozionante e struggente, con alcune scene forti e crude e altre delicate e intense. Colpiscono anche i titoli di coda che ci mostrano i personaggi reali a dimostrazione che si tratta di una storia non inventata, anche se in qualche punto un po’ romanzata.

 

Una pellicola che mostra cura dei dettagli in sceneggiatura (Todd Komarnicki, P. B. Shemran), fotografia (Kasper Tuxen), musiche (Bear McCreary), costumi (Eimer Ni Mhaoldomhnaigh).

 

Ecco un’interessante intervista. ( da LaurenceFoxUnitedFans)

 

 

 

 


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