Tratto dal romanzo “Dormiremo da vecchi” di Pino Corrias, il film “Dolceroma”,diretto e sceneggiato da Fabio Resinaro, riscuote successo evidenziando i vizi della nostra capitale che continua ad affascinare i registi.
Andrea Serranova (Lorenzo Richelmy), inquietante e vampiresco ventinovenne, scrive il romanzo “Non finisce qui” ricavato dai racconti di camorristi che smaltiscono i cadaveri delle loro vittime nell’obitorio in cui egli lava i pavimenti. La sua vita cambia quando un produttore, Oscar Martello (Luca Barbareschi), gli propone di trasformare il suo libro in un film che poi purtroppo si rivela disastroso per incompetenza del regista e scarsi finanziamenti.
Oscar viene dalla strada, ma è riuscito ad avere successo grazie a intrallazzi e a una moglie ricca (Claudia Gerini): vive in modo frenetico e sregolato, con l’unico obiettivo di far soldi. Cerca quindi di salvare il film, pressato anche dal distributore Remo Golia (Armando De Razza), altro squallido personaggio, nonché dalla consorte, irritata per la sua tresca con l’attrice Jacaranda (Valentina Bellè).
Le cose si complicano quando Jacaranda, temendo ripercussioni sulla carriera, con l’aiuto della sua agente, Milly (IaiaForte), distrugge tutti gli hard disk del film. Oscar Martello, tuttavia, non può permettersi un flop e quindi accetta il piano diabolico di Andrea: Jacaranda sarà rapita da camorristi conniventi e avidi di denaro, i media faranno un gran baccano e la gente accorrerà in massa a vedere il film. All’inizio il piano sembra funzionare, malgrado le indagini e i sospetti del commissario Raul Ventura, ma poi la situazione si complica tra delitti, segreti e bugie passati e presenti, rocambolesche avventure, drammi conditi di grottesca comicità, devastanti incendi e colpi di scena fino alla fine.
Claudia Gerini, nel ruolo della moglie ricca, fa il bagno nel miele, simbolo di Roma, città dolce, ma vischiosa come il miele che avvolge e intrappola. Il film, come il libro di Corrias, descrive il mondo del cinema, e non solo, un mondo in cui uomini e donne sono disposti a vendere anima e corpo per soldi, potere e per attirare l’attenzione del media. Jacaranda, tormentata ragazza con un’infanzia difficile alle spalle, allergica al miele, è la perfetta vittima sacrificale da immolare in una Roma dove "nessuno dice quello che pensa e nessuno fa quello che dice".
Su tutti torreggia il personaggio di Oscar Martello, interpretato da Luca Barbareschi (vero istrione!) che è anche il produttore del film. In un’intervista ha definito Oscar come“… un guascone che non ha freni inibitori,in un filmun mosaico composto da mille tessere raccolte nel corso della vita”.
E in realtàil film appare come un mix di generi diversi, tra feroce commedia, action-movie e thriller, con molti effetti speciali e alcune scene e inutili discorsi sulla bellezza che ricordano i film di Paolo Sorrentino, ma senza mai innalzarsi ad un discorso lirico o a una ricerca del “Bello”, anzi tutti centrati su bruttezza e volgarità, emblemi oggi non solo di Roma. Un genere nuovo? Forse, senz’altro adatto ai tempi. Alla fine si rimpiange il grande Fellini. Anche lui descrisse i “vizi” della “Dolce Vita” romana in uno splendido bianco e nero, ma… che differenza!
Ecco un’intervista a Luca Barbareschi e Claudia Gerini. (da talk! media)