“The Young Pope”, la serie televisiva in 10 episodi scritta e diretta da Paolo Sorrentino, presentata alla Mostra di Venezia 2016, si è conclusa sul canale satellitare Sky Atlantic con notevole successo, attirando numerosi spettatori che hanno seguito con interesse le vicende di Pio XIII (Jude Law).
Il racconto inizia quando Lenny Belardo, giovane cardinale americano, viene eletto papa dal collegio cardinalizio che crede di aver trovato in lui un personaggio facile da manipolare. Ben presto la realtà dei fatti dimostrerà che Pio XIII non è per niente incline a farsi comandare e che, con le sue stranezze e contraddizioni, metterà a dura prova tutto il “sistema tradizionale” che vuole inglobarlo e farne solo una pedina nei soliti giochi di potere.
Condizionato da un’infanzia infelice segnata dall’abbandono in un orfanatrofio da parte dei suoi genitori hippy, Lenny a Roma non si fida di nessuno e pertanto chiama accanto a sé Suor Mary (Diane Keaton), unica figura materna e sua consigliera che lo ha sempre seguito con affetto e ammirazione, ritenendolo addirittura un santo per alcune guarigioni miracolose da lui ottenute con la preghiera. Altra persona fidata è il cardinale Andrew Dussolier (Scott Shepherd), suo amico d’infanzia conosciuto nell’orfanatrofio.
Intorno al nuovo papa tramano per farlo dimettere diversi i cardinali, sbigottiti dai suoi comportamenti spiazzanti e pieni di contraddizioni, come il rifiuto di mostrarsi in pubblico, di far discorsi ai fedeli, di adempiere tutti i compiti normali di un papa: in particolare destano sorpresa i suoi dubbi sull’esistenza stessa di Dio e allo stesso tempo le sue ferventi preghiere che generano guarigioni.
Tra i numerosi personaggi, tutti ben delineati, alcuni emergono comunque con maggiore forza: il cardinale Angelo Voiello (Silvio Orlando), segretario di Stato della Santa Sete, divertente napoletano appassionato di calcio, il Cardinale Michael Spencer (James Cromwell), padre spirituale di Lenny, monsignor Bernardo Gutierrez (Javier Càmara), maestro delle celebrazioni liturgiche, Don Tommaso, confessore del Papa, Esther Aubry (Ludivine Sagnier), moglie di una guardia svizzera, donna sterile che riesce ad avere un figlio grazie alle preghiere del papa.
Non è possibile riassumere 10 episodi, ma senz’altro attraverso questa particolare figura di papa, un “diverso” che vuol sinceramente riformare la chiesa, Paolo Sorrentino stimola serie riflessioni su intrighi di potere, celibato dei sacerdoti, corruzione, pedofilia e quant’altro, strappandoci ogni tanto un sorriso con qualche ironica, originale e sorprendente “trovata”.
Un altro aspetto che viene messo in rilievo in quest’opera è il tema delle “esperienze personali” che un papa si porta dietro come essere umano: Lenny Belardo, abbandonato dai genitori in un collegio, divenuto papa cela ancora dentro di sé il suo dramma, la sua solitudine, il suo immenso bisogno d’amore che si rivela pienamente solo alla fine nell’imprevedibile, commovente conclusione della storia.
Senza dubbio una serie televisiva “di qualità” per sceneggiatura, bravi interpreti (in particolare Jude Law), fotografia (L. Bigazzi), musiche (L. Marchitelli), scenografia (L. Ferrario), costumi (Poggiolo, Canfora).
Giovanna D’Arbitrio
Ed ecco un’intervista al regista.