di Vincenzo Basile
Trasfiguration, nella sezione Un Certain Regard, è probabilmemte il film più originale e interessante presentato finora da questo festival. Queens, ghetto nero, adolescenti aspiranti duri. Milo (l’esordiente Eric Ruffin) è un ragazzino di colore che ha le Regole; sincronizzate col ciclo lunare e annotate puntualmente sul calendario; a differenza delle coetanee però lui non ha le perdite; Lui fa i prelievi.
Da vampiro, ci tiene a precisarlo, non ha niente in comune con gli altri, tipo Twilight et similia; troppo irrealistici e convenzionali. Nemmeno i canini. Però adora vedere tutti i giorni film che raccontano quelle storie.
Ha anche un inconfessabile segreto che è la causa della sua condizione. L’incontro con una ragazza diversamente problematica, ne accelererà la nemesi.
Soggetto complesso e originalissimo in cui l’horror eèal servizio del dramma (quello universale, non tipicamente adolescenziale, come si presenta all’inizio), la sceneggiatura e’ sobria e rigorosa, la mano registica capace e sicura e perfette le locations urbane. Le musiche, se così si può chiamare l’incombente colonna sonora che sottolinea le immagini, ricorda parecchio Ligeti ma non ne approfitta e nemmeno ne abusa. Rispettosamente lo accompagna fino al millennio in corso. Un film che si regge da solo e centra il bersaglio senza esitazioni. C’e’ poco da ridere.
Il regista Michael O’Shea è al suo primo lungometraggio e a parte ciò di cui trattiamo, su internet non c’è niente su di lui. Se riuscirà a mantenere la qualità di questo exploit, ne sentiremo parlare molto e a lungo.
Nel New Jersey c’è una cittadina: Paterson. È famosa per aver dato i natali a due grandi poeti : William Carlos Williams e Allen Ginsberg. È tranquilla e in crisi economica come quasi il resto del pianeta. Niente di strano. Appunto!
Dalla sua stazione dei pullman, ogni giorno, un autobus condotto da un suo cittadino che si chiama proprio Paterson (Adam Driver) e tiene un taccuino segreto di suoi versi, parte per percorrere la sua linea. Sempre quella. Lui ha una moglie (Golshifteh Farahani), cuoca per passione ma anche arredatrice, cantante country e aspirante chitarrista. Sogna di esibirsi un giorno a Nashville. Hanno anche un bulldog, Marvin, che assiste perplesso ma un po’ geloso alle loro effusioni.
Tutto abbastanza normale, anche la noia. Ma in realtà mille piccoli eventi si succedono senza sosta. E diventano i versi di Paterson, l’uomo e la sua città.
C’e’ l’incontro con la poeta-bambina che compone anche lei versi ma senza rime, la banda di neri duri e smargiassi che ammira Marvin, il collega asiatico con la famiglia incasinata e un amore disperato all’interno del pub preferito dove si rilassa la sera dopo il lavoro. Applauditissimo dalla stampa internazionale è un film che prende distanze siderali da Madre Hollywood e i suoi canoni per deliziare testa, cuore e anima con la leggerezza che il quotidiano può riservare a saperlo gestire e metabolizzare. Di genere opposto il suo secondo film in programma al festival, Gimme Danger, ovvero la nascita degli Stuges di Iggy Pop e l’avvento del Punk Rock. M per quello bisognerà pazientare ancora un paio di giorni.
Per tornare sotto i riflettori del tappeto rosso, George Clooney e Amal Alamuddin Clooney sono finalmente apparsi insieme sulla Croisette; apparentemente cotti. Amore vero o, secondo le solite maligne voci, rispetto del contratto in corso?
Kristin Stewart & Marion Cotillard si contendono invece il titolo di “Regina del festival” con due film a cranio. Salute!
Altro interrogativo lancinante: torneranno insieme Sean Penn e Charlize Theron o affronteranno l’immane fatica solo persfilare a beneficiodi The Last Face, l’ultimo film che lui ha diretto e lei interpretato?
Last but not least, sul famoso tappeto è arrivato oggi anche Robert De Niro, protagonista sia di un film fuori concorso interdetto pero’ alla stampa (essendo stata inspiegabilmente cancellata la proiezione per i giornalisti), dal titolo Hands of Stone, sia dell’omaggio ai 40 anni di Taxi Driver, festeggiato insieme a Jodie Foster. Il divo newyorkese ha comunque regalato ai fotografi presenti a Cannes, che commossi, sentitamente ringraziano, un generoso e cordiale photocall.
- Cannes 2016. È ufficiale: Trump non vincerà!
- A Cannes arriva la Giuria Ufficiale: può finalmente partire la Gara
- Festival del Cinema di Cannes 2016: Cafè Society di Woody Allen