Presentato alla mostra cinematografica di Venezia 2015, il nuovo film di Luca Guadagnino, “A bigger Splash”, ha diviso pubblico e critica, pur vincendo il “Soundtrack Stars Award” per la miglior colonna sonora.Tratto molto liberamente dalla “Piscina” di Jacques Deray (1969), il titolo del film fa riferimento al quadro de David Hockney “A big splash”, in cui appare una villa californiana con una piscina dove un invisibile tuffatore è nascosto da spruzzi e scia impressa nell’acqua: un’immagine statica e immobile.
Tale è solo l’atmosfera iniziale del film in cui le prime immagini ci mostrano Marianne (T. Swinton) e il suo giovane amante, Paul (M. Schoenaerts), nudi e mollemente adagiati lungo i bordi di una piscina in una splendida villa dell’isola di Pantelleria. Entrambi cercano di ritrovare in quella pace un equilibrio psichico: Marianne è una rockstar con un serio problema alle corde vocali, Paul un documentarista che ha tentato il suicidio.
In questa quiete fatta di sole ed erotici amplessi, come un sasso nello stagno, irrompe Harry (R. Fiennes), produttore musicale ed ex compagno di Marianne, accompagnato dalla figlia, Penelope (D. Johnson), lolita provocante e piena di problemi.
Logorroico scatenato, irritante e patetico, ancora innamorato di Marianne, Ralph nel tentativo di riconquistarla scatena reazioni a catena in un crescendo di emozioni che coinvolgono anche Paul e Penelope tra gelosie e vecchi rancori, fino al dramma finale che si conclude proprio con un omicidio in piscina.
Pantelleria, con i suoi selvaggi e tormentati paesaggi rocciosi a picco sul mare, è un ottimo sfondo per fragilità e tragedie umane di vario genere, una specie di frontiera tra due mondi, un luogo in cui s’incontrano e si scontrano i destini di borghesi e intellettuali europei con quelli di migranti sopravvissuti agli annegamenti in mare, specchio anche di un’Italia piena di contrasti, dove un maresciallo dei carabinieri (Corrado Guzzanti) sembra più interessato all’autografo della rockstar che ad indagare sulla verità, ma anche poco propenso ad accusare i migranti di quel delitto in piscina, ad infierire ulteriormente su di essi, come cerca di fare Marianne per proteggere l’amante.
In un’intervista Luca Guadagnino ha affermato che “A bigger splash” è un film sulle dinamiche del “desiderio, grande forza motrice delle nostre vite”, ma che Pantelleria è anche il simbolo di una frontiera tra due realtà: un’alterità con cui i quattro personaggi rinchiusi nella villa dovranno per forza confrontarsi.
A coloro che amano il cinema vengono in mente film come “Carnage” di Polanski, oppure pellicole girate in altre isole, come “Vulcano” di W. Dieterle (1950), “Stromboli” di Rossellini (1950), oppure i film di Bertolucci, ma Guadagnino comunque riesce a caratterizzare le sue opere con un’ impronta particolare, stimolando discussioni e riflessioni di pubblico e critica.
Giovanna D’Arbitrio