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17/11/24 ore

'Alabama Monroe, una storia d'amore'



Il film del regista fiammingo Felix Van Groeningen, "Alabama Monroe- una storia d'amore" (titolo originale: "The Broken Circle Breakdown"), pluripremiato in Europa e negli USA, principale rivale della "Grande Bellezza" nell'assegnazione degli Oscar, è un 'opera intensa e struggente che fa discutere ponendoci drammaticamente di fronte ai misteri della condizione umana imprigionata in numerosi dualismi: bene e male, vita e morte, amore e odio, gioia e dolore, sentimento e razionalità, fede e religiosità dogmatica, progresso scientifico e oscurantismo, eutanasia e accanimento terapeutico, libere scelte e condizionamenti di vario genere.

 

È davvero sorprendente l’abilità del regista nel mettere insieme tanti temi raccontando la storia di due esser umani: Elise(Veerle Baetens), una tatuatrice che incide sul suo corpo immagini di farfalle e nomi di compagni cancellati di volta in volta per far posto a un nuovo flirt finché non incontra l’uomo della sua vita, Didier (Johan Heldenbergh ), cantante e suonatore di benjo in un gruppo belga, affascinato da musica country e sogno americano.

 

Si innamorano, decidono di convivere e mettere al mondo una figlia, Maybelle (Nell Cattrysse), che purtroppo all’età di 7 anni si ammala di leucemia. Le prime immagini del film subito mettono lo spettatore di fronte alle sofferenze della bimba e allo strazio dei genitori, ma i continui flashback accompagnati da dolcissimi brani “bluegrass” stemperano le drammatiche scene iniziali ricostruendo la vita di coppia di Elise e Didier: i momenti felici del loro incontro, l’amore e la passione, l’interesse per la musica, la compagnia di buoni amici, la gravidanza, la nascita della figlia, i ricordi della breve infanzia di Maybelle fino alla scoperta del cancro, le cure prodigate con dedizione e affetto.

 

Nella tragica evoluzione della storia purtroppo emergono non solo gli inevitabili interrogativi sul significato della vita, ma anche le profonde diversità di carattere tra Elise e Didier. Elise cerca di trovare consolazione nella convinzione che non tutto finisca con la morte e che in qualche modo Maybelle misteriosamente sopravviva, tenta di iniziare una nuova vita cambiando il suo nome in Alabama e quello di Didier in Monroe, ma Didier, ateo e razionale, con rabbia e disperazione vuole riportarla alla realtà con ogni mezzo.

 

Durante un concerto egli si scaglia con veemenza contro tutte le religioni e l’America di Bush che pongono limiti alla ricerca scientifica sulle cellule staminali: dolore inconsolabile per la perdita della figlia e fine del sogno americano per lui, per Elise è il colpo di grazia. Per lei, sensibile e fragile, è davvero troppo, ma continua a credere nell’amore e nella musica che li ha uniti e così incide sul suo ventre un ultimo tatuaggio: Alabama-Monroe.

 

La tensione è alta nel film fino alla fine che sorprende gli spettatori con un epilogo a sorpresa. La musica non manca mai ed esalta magicamente ogni momento, rendendo accettabile perfino la morte (colonna sonora di Bjorn Friksson). Johan Heldenbergh, magistrale interprete di Didier sullo schermo, è anche autore teatrale come il giovane e valente regista-sceneggiatore, Felix Van Groeningen; Veerle Baetens, vincitrice dell’ European Film Award per il ruolo di Elise, ci regala un’immagine di donna “vera” e allo stesso tempo evanescente e lieve, come quella di una farfalla dalla vita breve e intensa.

 

Giovanna D'Arbitrio


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