Nei giorni bui della mattanza di spirito e corpo per le donne italiane, quel 'femminicidio' che miete vittime e scuote coscienze, lei muore, dopo più di mezzo secolo di battaglie. Franca Rame, formidabile attrice, donna guerriera, simbolo del femminismo italiano più sano e fiero, si è spenta a Milano a 84 anni. Il 19 aprile dello scorso anno era stata colpita da un ictus ed era stata ricoverata d'urgenza al Policlino del capoluogo lombardo.
Franca lascia il suo marito e compagno di scena, Dario Fo, e un vuoto enorme sul quel palcoscenico a cui ha dedicato la sua intera vita, raccontando realtà difficili, aspre, rendendo poesia il suo impegno civile prima ancora che culturale. Un impegno caratterizzato da coraggio, dignità, determinazione; un impegno a cui non è mai venuta meno, neanche nei momenti più tragici della sua esistenza.
Come in quel lontano marzo del 1973, quando alcuni esponenti dell'estrema destra la rapirono e la violentarono. Un incubo che lei trasformò anni dopo, ancora, come sempre, in sublime Teatro con lo spettacolo 'Lo Stupro', del 1981.
Il sipario non calò mai sulla luce di Franca, su quelle scintille che hanno incendiato l'arte, la satira, l'informazione e, infine, la politica. Nelle elezioni politiche del 2006 Franca Rame fu eletta senatrice in Piemonte nelle file dell'Italia dei Valori di Di Pietro. Fu lui a proporla come Presidente della Repubblica nello stesso anno; poi alcune polemiche con l'ex magistrato e l'improvviso abbandono di Palazzo Madama.
Lì, oggi, un minuto di silenzio in segno di lutto, chiesto dal presidente Piero Grasso, mentre un applauso scrosciante ha pervaso l'Aula di Montecitorio in memoria di chi, come Franca, ha sempre messo le sue qualità professionali, artistiche e umane a disposizione di un'Italia che, oggi, a gran voce le dice addio.
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