Non è il primo e probabilmente non sarà l’ultimo, ma il caso giudiziario che vede protagonista, pare sfortunato, Ottaviano Del Turco, si avvia a diventare simbolico di cosa sia capace il sistema della giustizia italiana, al di là delle strumentalizzazioni che possono scaturire dall’anomalia Berlusconi.
Ricapitolando in breve, il 14 luglio 2008 l’allora Governatore della Regione Abruzzo fu arrestato con l’accusa di corruzione sugli appalti sanitari regionali. Prove schiaccianti, si disse, risultavano a suo carico, prodotte grazie alla testimonianza determinante dell’ex re delle cliniche private della regione, Vincenzo Maria Angelini.
A distanza di un lustro, via via che il processo prosegue (con la calma e i tempi biblici che conosciamo) l’impianto accusatorio si sta sgretolando, a conferma dei dubbi che fin dal principio erano comunque emersi.
Tra le prove fondamentali che incastravano l’ex sindacalista socialista della Cgil c’erano alcune fotografie datate dal teste d’accusa Angelini 2 novembre 2007, che ritraggono soldi, mele ricevute in cambio delle tangenti e Angelini stesso fuori casa Del Turco.Secondo quanto sembra emergere, le foto in realtà risalirebbero a molti mesi prima.
Problemi di date potrebbero riscontrarsi anche per le ricevute di Telepass sul presunto via vai di Angelini da e per l’abitazione di Del Turco a Collelongo. In merito, la difesa ha fatto ciò che avrebbero forse dovuto fare gli inquirenti nella fase istruttoria: chiedere e ottenere dalla Società Autostrade i riferimenti di tutti i passaggi (ingresso e uscita) delle auto di Angelini; mentre documentava, con la presentazione dei rapporti ufficiali a suo tempo firmati dagli autisti del presidente della Regione, tutti gli spostamenti di Del Turco nei giorni incriminati. Particolari, questi, che potrebbero dimostrare come in alcune delle date indicate dal teste d’accusa per la consegna di denaro tangentizio, il governatore fosse altrove.
Intanto nessuna traccia del malloppo, circa sei milioni, che sarebbe stato in più riprese elargito in cambio di grossi favori, nonostante siano state messe al setaccio vita e conti dell’imputato; cosicché, «schiacciato da una valanga di prove», come sentenziò il procuratore capo, Trifuoggi, per motivare l’arresto, Ottaviano Del Turco potrebbe venir fuori come vittima esemplare di un’ordinaria in-giustizia. (red.)
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