“Invito i giudici della Corte a venire a casa mia e a trascorrervi un giorno e una notte. Solo questo. Solo perché si rendano conto. E che magari si chiedano cosa farebbero se si trattasse dei loro figli”.
A pronunciare queste parole è Luigi Bonavita, padre di due ragazzi, Salvatore ed Erika, affetti entrambi da una grave malattia genetica neurodegenerativa, la sindrome di Niemann Pick, che porta a perdere la cognizione di sé e del proprio corpo.
Erika, differentemente da suo fratello, non potrà essere curata con le cellule staminali prodotte dalla Stamina Foundation: a stabilirlo i giudici della corte d’appello di Torino, sezione lavoro, che hanno negato alla donna la richiesta di cure compassionevoli.
Decisione questa in netta contraddizione con quella presa pochi giorni fa per il fratello Salvatore, per il quale, invece, il giudice Mauro Mollo aveva autorizzato la procedura. Il padre dei due giovani ragazzi si dice “esterrefatto”.
“La patologia - spiega - è la stessa e le problematiche sono le stesse. Evidentemente c’è chi ha diritto alle cure e chi no, chi è considerato in serie A e chi invece è in serie B”.
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