di Rita Bernardini
Mi dispiace davvero dover contraddire il ministro della Giustizia Andrea Orlando (che per molti versi apprezzo fortemente) che oggi ha affermato che l’emergenza sovraffollamento in Italia è finita. Lo sfido a visitare con me alcuni reparti di Sollicciano o di Regina Coeli, solo per citare istituti che ho visitato recentemente.
Purtroppo, l’elenco è ancora lungo e riguarda decine di istituti penitenziari italiani. Ma, soprattutto, occorrerebbe superare immediatamente lo stato di illegalità che è pressoché comune a tutte le carceri per il mancato rispetto dell’Ordinamento penitenziario, del suo regolamento di attuazione e delle leggi fondamentali italiane, europee e transnazionali: in questa estate arroventata, in molte carceri manca persino l’acqua (vedi Santa Maria Capua Vetere) per lavarsi e bere! A Sollicciano due giorni fa un detenuto è morto per un colpo di calore!
Quando poi mi tocca leggere le dichiarazioni di una ex Pm secondo la quale noi, come Paese, saremmo addirittura un modello, mi chiedo se abbia mai messo piede – visitandole adeguatamente - nelle celle di reclusione. Quando la presidente della Commissione giustizia della Camera, Donatella Ferranti, arriva ad affermare che la condanna della Corte EDU è stato un “input” per varare i provvedimenti, mi corre l’obbligo di ricordarle che quelle denunce che hanno dato luogo alla sentenza Torreggiani le abbiamo presentate in parte noi radicali (tre dei sette casi li avevamo presentati proprio noi) in anni in cui lei e le maggioranze di governo sonnecchiavano o giravano la testa dall’altra parte.
È fuorilegge o no il fatto che i Tribunali di Sorveglianza siano così sotto organico, soprattutto di personale di cancelleria, da essere costretti ad affrontare solo le emergenze anziché la maggior parte delle istanze presentate dai detenuti secondo quanto previsto dall’ordinamento penitenziario?
Ricordo che nella settima sezione di Regina Coeli (dove la scorsa settimana si sono suicidati due detenuti), a pasquetta quando l’ho visitata assieme a Marco Pannella, gli agenti che ci accompagnavano abbassavano gli occhi per la vergogna di ciò che dovevamo vedere ed ascoltare passando in rassegna le celle. La situazione diviene troppo spesso umiliante anche per i servitori dello Stato, costretti a tollerare situazioni inumane e degradanti.
Per uno Stato democratico è fatto obbligo di rimuovere immediatamente le situazioni in violazione dei diritti umani fondamentali: è questo il motivo di fondo per il quale continuiamo a volere e a lottare per un provvedimento di amnistia e di indulto. (fonte radicali.it)
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