Mentre imperversa il coronavirus, oggi 17 aprile 2020 mi è venuta in mente mia sorella Lucia, scomparsa per un cancro il 17 aprile 2005. E mi sono chiesta con commozione cosa avrebbe fatto lei in un momento simile, lei che era sempre in prima fila per combattere accanto a quelli che soffrono, accanto ai più deboli, sempre combattiva, in strenua lotta a favore di libere scelte, ricerca spirituale, diritti civili e umani, beni comuni.
Oggi si parla di pandemia, accantonando milioni di morti per cancro, un male mai stroncato ancor oggi, un mostro che continuerà ad uccidere anche dopo questa pandemia, effetto sottovalutato di crescente degrado ambientale e carente ricerca scientifica oggi impreparata contro altri devastanti morbi, come l’impietoso killer coronavirus.
Fu proprio durante una trasmissione notturna di Radio Radicale che Lucia D’Arbitrio lanciò l’idea di riunire il mondo etico e spirituale italiano. Riuscì in seguito a coinvolgere politici come Luigi Manconi, Livia Turco, Carlo Rognoni e tanti altri, poiché credeva fermamente nella possibilità di una politica diversa, radicata in profondi principi etici e spirituali. Ecco il suo discorso su Radio Radicale.
Fondatrice del Conacreis, cercò di regolamentare veri centri di ricerca spirituale, per lottare contro la squallida commercializzazione della New Age, tra maghi, fattucchiere, amanti di amuleti e superstizioni. Nel decimo anniversario del Conacreis, per ricordare la prematura scomparsa di Lucia, Roberto Sparagio scrive quanto segue: “Pur essendo consapevole delle contraddizioni di una cultura ancora lontana dalle realtà etiche e meditative. Lucia macinava incontri su incontri, passava da Ministri sensibili e rispettosi, come Livia Turco, a Presidenti del Consiglio di centro destra o di centro sinistra. Ogni volta che il Governo cambiava era tutto da rifare: "ricominciamo da tre", diceva lei con il suo umorismo partenopeo che contagiava persino il burbero Luigi Manconi.
E continua ricordando Lucia: "Un giorno potremo vivere la nostra vita alla luce del sole- ci dicevamo- la luce, elemento simbolico quanto fondamentale. Per scaramanzia spingevamo avanti Lucia, per via del nome che portava: "è un segno", dicevamo, e lei faceva gli scongiuri e poi rideva, con una spavalda rassegnazione che non mascherava per nulla la sua totale determinazione. Oggi esistiamo perché abbiamo un nome e perché sappiamo dove vogliamo andare. E forse perché, come si dice, il caso non esiste”. (Roberto Sparagio/Coboldo Melo, Direttore della rivista Qui Damanhur Futuro).
Infine Matteo Manzitti, figlio di Lucia, compositore e direttore d’orchestra, la volle ricordare con il suo docufilm Per una laica spiritualità per evidenziare le idee di sua madre e le sue battaglie in favore di ricerca etico-spirituale.
La voce narrante nel film è quella di Matteo, interrotta di tanto in tanto, dai significativi interventi di personaggi che danno forza e spessore al discorso. Ecco il film-documentario, pubblicato su Youtube (clicca).