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17/11/24 ore

Israele, la minoranza circassa (4)


  • Elena Lattes

Viaggiando attraverso il variegato mosaico etnico e culturale israeliano si può arrivare facilmente a visitare due villaggi particolari, dove le case in pietra grigia sono sovrastate dai rossi tetti spioventi con issate due bandiere: accanto a quella nazionale, ne sventola un'altra verde scuro con tre frecce incrociate e dodici stelle intorno a mo' di cupola. Una bandiera che in altri Paesi è vietato dispiegare.

 

Anche le moschee che campeggiano nei centri dei due Paesi sono differenti da quelle a cui si è abituati: hanno il minareto a base quadrata anziché rettangolare. Gli abitanti, musulmani che fino a pochissimi secoli fa erano cristiani, sono i circassi. Popolazione originaria delle montagne caucasiche giunsero in quella zona, che all'epoca era una piccola e sperduta provincia dell'impero ottomano, in seguito ai massacri da parte dei russi zaristi del 1862-64.

 

Oggigiorno sono circa tre milioni sparsi nel mondo, oltre che fra le montagne tra il Mar Nero e il Mar Caspio, in Turchia, Giordania, Russia, Germania e Siria dove sono tra le persone che più stanno soffrendo a causa dei conflitti interni. In Israele se ne contano fra le tre e le quattromila persone e costituiscono forse la minoranza più esigua del Paese. Concentrati, come dicevamo, soprattutto in due villaggi della bassa e alta Galilea: Kfar Kama e Rehania. Pur mantenendo la loro specifica cultura, sono ben integrati e in ottimi rapporti con il resto della popolazione.

 

Si convertirono all'Islam con l'arrivo dei persiani e ora in Israele alcuni stanno rivalutando le loro origini religiose.

 

 

Continuano a parlare la loro lingua, l'Adyghe, non appartenente ad alcun ceppo principale e designato dall'Unesco come uno degli idiomi a rischio di estinzione. È  composta/o da un numero enorme di consonanti (circa 57) che formano monosillabi il cui significato cambia a seconda della pronuncia. A sentirlo dall'esterno sembra assomigliare vagamente all'arabo mischiato con l'accento russo; è scritto con l'alfabeto cirillico e lo insegnano ai loro giovani oltre che in famiglia, nelle classi che corrispondono alla nostra scuola media.

 

I circassi israeliani parlano correntemente ebraico e arabo e in genere anche l'inglese. Hanno un canale televisivo, 24 Kratoday channel (dove Kra è l'acronimo di Kfar Kama e Rehania) e da diversi anni, in agosto, organizzano un Festival di lingua, musica danze, cucina e tradizioni circasse a cui partecipano genti provenienti da tutto il mondo.

 

Nel Centro culturale di Kfar Kama è presente un piccolo museo, dove il custode che ne è anche la guida spiega che le relazioni con gli ebrei sono state sempre ottime: i circassi, popolo specializzato prevalentemente nelle attività militari, difendevano i loro connazionali ebrei quando nel Caucaso venivano attaccati dalle scorribande di persiani, mongoli e unni; e gli ebrei, popolo del libro e della scrittura, aiutavano i circassi nel redigere i contratti, nello stabilire accordi e redimere le divergenze.

 

I primi villaggi sionisti moderni risalenti alla seconda metà dell''800 vennero stabiliti quasi contemporaneamente ai due insediamenti circassi e durante l'immigrazione clandestina, quando quel territorio era sotto il Mandato Britannico, gli ebrei in fuga dai massacri europei furono aiutati da questa popolazione di origine caucasica già lì presente. La collaborazione continuò anche nella lotta per l'indipendenza dal Regno Unito e dopo la costituzione dello Stato di Israele fino ai nostri giorni.

 

Nella zona della Galilea ci sono vari kibbutz e piccole cittadine, in ognuno dei quali c'è una scuola diversa, per cui c'è un grande scambio di giovani: i ragazzi circassi studiano con gli ebrei, gli arabi, i drusi e i beduini. Concluso il periodo dell'istruzione secondaria superiore si arruolano regolarmente nell'esercito dove arrivano anche alle cariche più alte.

 

Negli ultimi quindici anni da Kfar Kama sono usciti anche tre campioni sportivi: Nili Natkho giocatrice di basket nel Maccabi Raanana e nell'Elitzur Ramla, rimasta uccisa nel 2004 a soli ventidue anni in un incidente stradale; suo cugino Bebras Natkho, calciatore nell'Hapoel Tel Aviv e nella squadra nazionale, fino a partecipare alla Coppa Uefa nel 2007-08 e infine Izhak Nash, anch'egli debuttante nell'Hapoel Tel Aviv è passato poi al Maccabi Herzlyia per proseguire poi, come il suo concittadino nell'Israeli Premier League.

 

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