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16/11/24 ore

Per la riabilitazione storica e giuridica dei soldati italiani fucilati per disobbedienza o decimati nella guerra 1915/18



In una lettera del 12 settembre 2014 firmata da Albino Bizzotto dei Beati costruttori di pace con altri 10 preti ed indirizzata a papa Francesco, in occasione della sua visita a Redipuglia, il 13 settembre 2014, si afferma: «Migliaia e migliaia di soldati sono stati processati e uccisi perché si sono rifiutati di ubbidire a ordini contro l’umanità. Sono stati bollati come vigliacchi e disertori, per noi sono profetici testimoni di umanità e di pace, meritano di essere esplicitamente ricordati nella celebrazione della memoria».

 

Papa Francesco, pur pronunciando un forte discorso contro la guerra («Trovandomi qui,in questo luogo, trovo da dire soltanto una cosa: la guerra è una follia. La guerra distrugge l’essere umano») non ha raccolto l’invito.

 

Noi crediamo che i fucilati per "codardia" o "disobbedienza" durante il grande massacro del 1914-18 vadano riabilitati storicamente e giuridicamente in tutti i Paesi. Per questo abbiamo redatto una lettera che pubblichiamo qui per raccogliere adesioni. Quest’azione va considerata all’interno di un più grande impegno quotidiano contro gli armamenti e contro tutte le guerre.

 

Le adesioni vanno inviate a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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PER LA RIABILITAZIONE STORICA E GIURIDICA DEI SOLDATI ITALIANI FUCILATI PER DISOBBEDIENZA O DECIMATI NEL PERIODO 1915-18

 

Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Presidente del Consiglio, Matteo Renzi

Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Dario Franceschini

Ministro della Difesa,Roberta Pinotti

Ministro della Giustizia, Andrea Orlando

 

Il centenario della Prima Guerra Mondiale deve essere l’occasione per fare i conti con un capitolo doloroso e rimosso dalla memoria nazionale, quello di mille e più soldati italiani – il numero esatto non è conosciuto – fucilati e comunque uccisi dal piombo di altri soldati italiani perché ritenuti colpevoli di codardia, diserzione o disobbedienza. Fra di loro ci sono anche i decimati, estratti a sorte da reparti ritenuti "vigliacchi" e passati per le armi «per dare l’esempio».

 

L’ Italia detiene il record pesante di essere al primo posto. In un esercito di 4 milioni e 200 mila soldati al fronte ne "giustiziò" circa 750 (*). L’esercito francese che iniziò la guerra nel 1914, un anno prima, ebbe 6 milioni di soldati e 700 fucilati. Nell’esercito inglese furono 350 e in quello tedesco una cinquantina.

 

La Gran Bretagna ha adottato nel 2006 un provvedimento sulla grazia dei soldati dell’ Impero Britannico durante la guerra 14-18. In Francia dopo un discorso di Jospin del 1998 se ne sta discutendo e avanzando verso una soluzione politico-giuridica che potrebbe essere presa a breve.

 

Pur tenendo conto delle differenze politiche, culturali e giuridiche tra i vari Paesi attendiamo dal Parlamento italiano una decisione che faccia giustizia di quell’immensa ingiustizia.

 

Cioè di esseri umani che furono "giustiziati" perché sostanzialmente:

 

Si rifiutarono di battersi e di morire per niente.

 

° Vollero mettere fine ai massacri

° Rifiutarono di uccidere altri esseri umani con differenti uniformi

° Fraternizzarono oltre le trincee

 

La riabilitazione deve essere collettiva:

 

° Perché è impossibile differenziare i casi dei fucilati. Molti documenti sono andati persi e gli archivi nel kaos.

° Perché i soldati spesso sono stati fucilati collettivamente da plotoni d’ esecuzione alla presenza di truppe radunate per l’occasione

° Perché quelle esecuzioni dovevano terrorizzare la coscienza collettiva dei soldati.

 

La riabilitazione di questi cittadini italiani fucilati ingiustamente richiede probabilmente un’apposita legge.

 

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(*) Furono 742 i soldati italiani fucilati (Ministero della Guerra, Ufficio Statistico - G. Mortara, Statistica dello sforzo militare italiano nella guerra mondiale. Dati sulla giustizia e disciplina militare, Roma 1927, p. 26)

 

Di questi, 112 fucilati senza processo per ordine diretto dei comandanti, la maggior parte (47) per rivolta ("Relazione sulle decimazioni ed esecuzioni sommarie ordinate dai comandi militari durante la guerra". Ufficio dell'avvocato generale militare, Roma, settembre 1919. Allegato 45, "Elenco cronologico sulle esecuzioni sommarie e notizie statistiche").

 

Condannati all'ergastolo per diserzione: 10.696, molti dei quali per "passaggio al nemico".

 

Complessivamente i processi per diserzione furono 150.429. Al totale dei processati vanno aggiunti circa 27.000 disertori dichiarati "esenti da pena" perché ripresentatisi spontaneamente prima del 29 dicembre 1917. Molti processi restarono incompiuti per l'amnistia nel 1919 e numerose furono le denunce cui non seguì procedimento a causa della rotta di Caporetto. (A. Monticone, Il regime penale nell’esercito durante la prima guerra mondiale, in Forcella, Monticone, Plotone d'esecuzione).

 

 


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