L’idea di raccogliere le firme su una petizione al Consiglio comunale sull’istituzione del Piano per l’Eliminazione Barriere Architettoniche (PEBA), per lanciare un’iniziativa anche a Torino su questo tema spigoloso e importantissimo (a iniziare dai mezzi pubblici), mi coinvolge direttamente. Abbiamo denunciato nell’estate dello scorso anno, la mancanza di interventi sul problema, abbiamo realizzando un video-denuncia in un quartiere periferico della città. Ma senza ottenere risposte convincenti e concrete.
Ecco allora la petizione, presentata in una conferenza stampa, che ha come obiettivo la sollecitazione al sindaco a predisporre e adottare il PEBA presso il comune di Torino. C’è da tener conto del grave e sconcertante fatto, che dall’ormai lontano 1986 (anno in qui è stata sfornata dal Parlamento italiano la legge n. 41, che prevedeva anche che entro un anno dall’approvazione della norma medesima, i comuni inadempienti avrebbero dovuto essere commissariati da parte delle Regioni) a oggi quasi la totalità dei comuni del nostro paese, non hanno ancora istituito il proprio PEBA e nessuno e stato mai commissariato.
Il problema delle barriere architettoniche ha a che vedere con il diritto delle persone con disabilità di potersi muovere agevolmente.
In una dichiarazione con Giulio Manfredi (segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta) abbiamo sottolineato, dopo che Giovanni Porcino (presidente Consiglio comunale di Torino) aveva annunciato che la petizione sarà oggetto prossimamente di un esame congiunto da parte delle Commissioni Trasporti, Sanità e Pari Opportunità, che:
"... su sollecitazione dell’Associazione Luca Coscioni, Piero Fassino, nella veste di presidente dell’ANCI, ha scritto a tutti i sindaci italiani invitandoli a istituire il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), previsto dalla legge finanziaria del 1986 (n. 41/86, art. 32, commi 21 e 22) e mai attuato nel 90% (a essere ottimisti) dei Comuni italiani. Chiediamo a Piero Fassino e all’intero Consiglio Comunale di utilizzare i pochi mesi che restano prima della fine della consiliatura per istituire il PEBA di Torino, agendo in sinergia con le circoscrizioni, per avere una mappatura sistematica, strada per strada, quartiere per quartiere, delle barriere esistenti (sia architettoniche che sensoriali/uditive). Solo dopo potremo ragionare su quanto costa intervenire e dove trovare i soldi; l’amministrazione comunale ha già al suo interno il personale tecnico con le adeguate competenze per stilare la mappa delle barriere architettoniche".
Lo si faccia.