Calci, schiaffi, minacce e insulti molto pesanti nei confronti di un alunno 12enne disabile. Con questa - ignobile e vigliacca - motivazione il Gip del tribunale di Viterbo ha disposto un’ordinanza di sospensione dall’esercizio di pubbliche funzioni di servizio a carico di una 50enne assistente scolastica di una scuola media del capoluogo laziale.
Ad accertare il comportamento di questa criminale sono stati (al termine d’indagini riservate) gli uomini della Squadra Mobile locale, guidati da Fabio Zampaglione, partiti dalla denuncia della madre del ragazzino, che, constatando alcune anomalie, ha sospettato che il figlio fosse vittima di maltrattamenti durante le ore di lezione.
L’ipotesi di reato a carico della donna, che svolgeva la professione di assistente presso un’operativa che fornisce personale scolastico di sostegno, è quella di maltrattamento su minore disabile a lei affidato per ragioni di "cura, vigilanza e custodia", aggravato dall'età' inferiore ai 14 anni. Per gli investigatori non è stato per nulla difficile verificare come i sospetti della madre del giovanotto fossero al 100% autentici.
Una vicenda del genere lascia senza parole in quanto non si può concepire come possa una persona preposta a occuparsi e supportare sul piano didattico dei ragazzini in difficoltà, avere un comportamento così violento e meschino nei confronti di un portatore di handicap poco più che bambino. Mi auguro che la magistratura faccia rapidamente il suo corso evitando attenuanti varie, perché si tratta esclusivamente di un caso di vera e propria gratuita crudeltà.