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15/11/24 ore

Staminali, la ricerca nel contesto normativo europeo


  • Alessandro Frezzato

I vari paesi membri dell’Unione Europea hanno preso posizioni diverse in materia di regolamentazione della ricerca sulle cellule staminali embrionali umane, sollevando un’ampia differenza di vedute per quanto riguarda gli aspetti etici, religiosi e filosofici.

 

Differenze che si riscontrano nelle diverse legislazioni dei singoli paesi europei: quelli che si potrebbero definire più liberali e all’avanguardia in quest’ambito della ricerca scientifica sono il Regno Unito e il Belgio, che hanno assunto posizioni molto simili, permettendo la produzione di staminali embrionali umane dalle blastocisti (che in pratica sono una fase embrionale che va dal quarto al quattordicesimo giorno dopo la fecondazione) in sovrannumero, ricavate dalle procedure di fertilizzazione in vitro.

 

Nei due paesi è inoltre consentita, nelle circostanze particolari quali ad esempio lo studio di specifiche malattie gravi, la creazione di embrioni umani per la produzione di staminali embrionali ad hoc. I paesi che hanno assunto invece una posizione veramente restrittiva sono l’Italia e la Germania, che vietano di ottenere cellule staminali embrioni umani, mentre paesi come l’Australia, la Bulgaria, Cipro, l’Irlanda, la Lituania, il Lussemburgo, Malta, la Slovacchia, la Polonia e la Romania non possiedono nessuna normativa specifica in materia.

 

Purtroppo risulta più che lampante il fatto che l’Europa attuale, sul fronte della ricerca sulle cellule staminali, e non soltanto, è molto disomogenea, perché ci sono paesi membri UE che hanno al riguardo legislazioni permissive e liberali, e altri molto restrittive e/o altri ancora che non ne hanno alcuna.

 

 


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