Era atteso, i segnali premonitori c’erano tutti, prima o poi sarebbe accaduto. E così è stato: un massacro, quello nella redazione del settimanale anticlericale, liberale e libertario Charlie Hebdo, che ci riporta alla realtà dei molteplici errori dell’Occidente nella gestione del rapporto con un mondo che conta 1 miliardo e mezzo di persone. Errori che, dalla guerra in Iraq fino all’ambiguità con cui si è guardata e affrontata la primavera araba, hanno favorito il processo degenerativo che vede l’Islam prima di tutto in guerra civile al suo interno.
Ed è dall’interno del mondo arabo-musulmano cosiddetta non fondamentalista che deve però partire il moto rivoluzionario anti-integralista. Non basta il fermo sentimento di condanna che da più parti arriva scontato, lasciando il tempo che trova.
Dal canto suo, l’Europa dovrà seriamente rivisitare il suo approccio all’integrazione delle vasta e crescente comunità islamica. Il fallimento del multiculturalismo alla francese, per anni materia dibattuta fra una ristretta cerchie intellettuali, è ormai sotto gli occhi di tutti. Eludere ancora una volta il problema, evitare di fare i conti con una realtà che mischia e confonde la sfera religiosa privata con quella civile e pubblica, entrando apertamente in conflitto con i principi di una società laica, democratica e liberale, non paga, come i fatti tragici stanno drammaticamente a dimostrare.
Ne discute, in questo numero di Maledetta Politica, Giuseppe Rippa, sollecitato nella sua riflessione da Antonio Marulo.