Si conferma così la linea riformista e la vittoria al primo turno dovrebbe - o almeno questo è l'auspicio - dare la forza necessaria a Rohani per proseguire nella sua politica di apertura, avviata con l’accordo sul nucleare del luglio 2015.
Con il 56,3% dei voti, Hassan Rohani è stato rieletto al primo turno delle presidenziali in Iran.
Battuto il più conservatore Ebrahim Raisi, che ha invece raccolto il 38,99% dei consensi. Al voto si sono recati oltre il 70% degli aventi diritto. Su 40 milioni di schede scrutinate, a Rohani sono andati 22,8 milioni di voti, contro i 15,4 milioni di Raisi. Erano presenti altri due candidati, che hanno ottenuto risultati irrilevanti.
Si conferma così la linea riformista e la vittoria al primo turno dovrebbe - o almeno questo è l'auspicio - dare la forza necessaria a Rohani per proseguire nella sua politica di apertura, avviata con l’accordo sul nucleare raggiunto nel luglio 2015 con le grandi potenze. Il che non è scontato, perché la politica del presidente deve sempre essere avallata della Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, oltre a passare il vaglio del potente sistema giudiziario islamico e dei Guardiani della rivoluzione, il corpo armato di élite.