Non tutti i mali vengono per nuocere. Il vecchio adagio vale anche quando un legame affettivo si rompe e si arriva al divorzio. In alcune società l’evento, a suo modi tragico, può trasformarsi persino in festa, magari più piacevole del matrimonio stesso.
Così accade in Iran, dove a fronte di un incremento notevole delle separazioni (si parla di 14 milioni di casi in corso), le donne approfittano dell’occasione per darsi alla pazza gioia. Ne scrive su “La Stampa” Maurizio Molinari, riportando quanto scritto dagli stessi media della Repubblica islamica sulla “festa del divorzio”, “diventata un costume sociale molto diffuso, anche perché si trasforma subito nell’inizio della ricerca del nuovo partner”.
Il clero sciita l’ha definita una “tendenza diabolica” quella di organizzare feste “sgargianti vestiti da sera ed è la musica occidentale”. Oltre a essere un chiaro segnale di reazione della donna iraniana, la tendenza a festeggiare il divorzio muove un significativo giro d’affari “con la conseguenza – scrive Molinari - di moltiplicare acquisti di vestiti, regali e addobbi di ogni tipo", mentre il sistema giudiziario - impreparato - viene messo a dura prova dall'elevato numero di cause.