118: è questo il numero complessivo dei tibetani che dal 2009 si sono immolati per protesta contro l'annessione del Paese alla Cina e per reclamare il ritorno del Dalai Lama. Mercoledì, infatti, altre tre persone, due monaci buddisti e una donna, si sono dati fuoco nella provincia di Sichuan, nella prefettura di Abe, dove il governo centrale ha imposto una forte presenza militare.
Pechino ha ufficialmente negato di essere a conoscenza dell'accaduto, ma ha ordinato la cremazione dei corpi, prassi comune mirata ad evitare manifestazioni di massa durante i funerali.
Le autorità cinesi hanno inoltre aumentato il controllo sulle zone tibetane per prevenire le autoimmolazioni, bloccando le comunicazioni con l'esterno e arrestando i tibetani che incitano a questa pratica estrema, 'criticata' anche dal Dalai Lama che ha spesso esortato i giovani a condurre una protesta più costruttiva e meno disperata.