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17/11/24 ore

I napoletani per Bellenger napoletano



Sulla stampa un profluvio di articoli trattano di crisi dell'Europa: crisi economica e politica ma non manca la crisi culturale. Anzi - alcuni dicono - tutto comincia da lì: dalla incapacità dei cosiddetti intellettuali di liberarsi dalle pastoie del ragionamento astratto e di organizzare mentalmente un pensiero ampio e articolato della realtà in movimento. Un movimento che appare caotico. Si può da questo caos ricavare un'armonia, un cosmos? Più in generale, si parla di un tramonto dell'Occidente che sembra preludere alla fine di una civiltà. Eppure in questo marasma sorgono, qua e là, bagliori di vitalità.

 

Anche a Napoli, una città generalmente tenuta ai margini del progresso e della modernità, e forse proprio per questo. Oggi, appunto qui si possono trovare i sintomi di un fermento culturale nuovo, che viene attribuito anche alla rivisitazione storica che vi si sta svolgendo da alcuni decenni, prima quasi in sordina, poi, via via, diffusa nella consapevolezza di un sempre maggior numero di persone.

 

Che invece si trovano ad avere a che fare con una stampa che dipinge generalmente la città come luogo di degrado e di camorra. Così appare nei quotidiani, nelle riviste, nei libri, anche scolastici e universitari, nelle esternazioni di molti intellettuali. In proposito alla TV, pochi giorni fa, Klaus Davi raccontava: “A Milano, vicino casa mia, in cento metri, vi sono stati due agguati mafiosi. Ne hanno parlato le TV nazionali? Se fosse successo a Napoli, la notizia avrebbe tenuto banco per giorni”. 

 

Nel frattempo si afferma, in alcuni episodi, una reazione a questo stato di cose. Che finalmente Napoli, un tempo per cinque secoli libero ducato e per sei secoli capitale di regni, dalla sua storia non più contraffatta, abbia acquistato una nuova dignità e alzato la testa? Un episodio notevole tra gli altri è il successo di una petizione popolare, non promossa da alcun partito, a cui spontaneamente hanno aderito cittadini di varia cultura ed estrazione sociale: dal cattedratico, all'operaio, dal disoccupato, al professionista, alla casalinga.

 


 

Napoli si è mossa osservando semplicemente la realtà e ha dimostrato la sua stima per Sylvain Bellenger, il cittadino francese che ha espresso, attraverso il suo lavoro di Direttore della Reggia-Museo e del Real Bosco di Capodimonte, svolto con onestà, competenza e intelligenza esemplari, il suo appassionato amore per la città, dando di nuovo bellezza e dignità a uno dei suoi luoghi più significativi.

  

Perciò il Comitato “Per Sylvain Bellenger cittadino napoletano”, composto da Agnese Cervone, Adriana Dragoni, Silvana Ottazzi, Paola Pozzi, Renato Rocco e Giuseppe Romeo, ha promosso una raccolta di firme per una petizione popolare al Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, affinché sia concessa la cittadinanza onoraria a Sylvain Bellenger. L'iniziativa ha avuto la partecipazione entusiasta dei cittadini, tanto che sono state raccolte circa un paio di migliaia di firme, sia in veste cartacea che digitale e tante di più ve ne sarebbero state se gli organizzatori non avessero posto un limite al loro impegno.

 

Domani, venerdì 21 giugno, alle ore dieci, sarà, a nome del Comitato, presentata alla Segreteria del Sindaco la documentazione dell'iniziativa.

 


 

Bellenger ha riorganizzato l'amministrazione delMuseo, mentre ha stimolato l'interesse internazionale per Napoli e per Capodimonte. Tante sono le iniziative da lui prese per valorizzare nel mondo la cultura napoletana: dalla promozione della cultura popolare con l'associazione MusiCapodimonte, al Festival della Cultura Popolare dell'Italia Meridionale, alla Scuola di lingua napoletana ecc. Con la mostra “Parade”, di Picasso, evidenziava l'influenza di Napoli su questo artista. Così, nell'attuale mostra “Caravaggio-Napoli”, anche nel programmatico titolo “paritario”, afferma l'influenza della nostra città sull'artista lombardo.

 

Mentre nella mostra, anch'essa in questi giorni a Capodimonte, dell'artista fiammingo Jan Fabre vi sono dei meravigliosi oggetti fatti, su suggerimento di Bellenger, con il corallo rosso lavorato a Torre del Greco. E non si può dimenticare l'impegno ambientalista di Bellenger, che si è espresso soprattutto nella incontestabile positiva trasformazione del Real Bosco, da posto di immondizia e di drogati, in un luogo meraviglioso, ora considerato il più bel giardino barocco d'Europa, in cui si possono ammirare le piante rare che i Borbone importarono da ogni parte del mondo.

 

Ora il Real Boscoè anche fornito di panchine, campetti di calcio e di rugby, ed è visitato, in tutta sicurezza, da molte centinaia di migliaia di persone all'anno. Qui Bellenger ha ripristinato il “Luglio Musicale” del tempo del sovrintendente Raffaello Causa, spesso con musiche di grandi compositori napoletani del Settecento, ha restaurato la Fontana del Belvedere, ha ristrutturato la chiesetta e i sedici ruderi borbonici, rendendoli, via via, funzionali con iniziative fatte insieme all'Università Federico II, con la collaborazione di The Edith O'Donnel Institute di Dallas, dell'Université la Sorbonne e del Porto di Napoli ecc... ponendo così le basi di un ampio sito scientifico e culturale che si auspica possa svilupparsi e durare nel tempo.

 

    

Tra gli aderenti alla petizione promossa dal Comitato “Per Sylvain Bellenger cittadino napoletano” si trovano nomi di spicco quali quelli di Aldo Masullo, professore emerito di Filosofia alla Federico II, dell'architetto Italo Ferraro, esimio studioso delle stratificazioni urbane di Napoli, di Andrea Viliani, il brillante Direttore del Madre,  di Mimmo Iodice, Maestro dell'arte fotografica,dell'ex magistarto scrittore, storico ed editorialista Pietro Lignola, di Antimo Cesaro, professore di Giurisprudenza alla Federico II, di Alessandro Pasca, stimato Direttore del Pio Monte della Misericordia, del magistrato Edoardo Vitale, Presidente del Movimento Sud e Civiltà, dello scrittore e storico Gennaro De Crescenzo, Presidente del Movimento Neoborbonico, dello scrittore Giuseppe Rippa, direttore di Agenzia Radicale e Quaderni Radicali, dell'editore-libraio Tullio Pironti, del famoso giallista Maurizio De Giovanni, della gallerista Laura Trisorio, della gallerista Maria Pia Incutti, Presidente della Fondazione Plart, dell'avvocato Gennaro Famiglietti, presidente dell'Istituto di Cultura Meridionale, console onorario della repubblica di Bulgaria e coordinatore nazionale della Fenco, di Armida Filippelli, dirigente del MIUR, dell'avvocato penalista Ivan Filippelli, dell'avvocato Anna La Rana, presidente dell'Associazione Giuriste Italiane (AGI), della professoressa Annamaria Scardaccione, più volte presidente dell'associazione femminista internazionale Zonta, dell'architetto Valter De Bartolomeis, dirigente dell'Istituto Caselli e della Real Fabbrica di Ceramica di Capodimonte e docente universitario di design, del professore architetto Alessandro Castagnaro, docente della Federico II e presidente nazionale dell'Associazione Nazionale Italiana Ingegneri e Architetti (ANIAI), di Luigi RispoliUmberto Franzese, rispettivamente presidente e organizzatore del Premio Masaniello, della dottoressa Loredana Salomone, presidente dell'associazione culturale Centro Nuova Era, circolo dell'Arci Natura, del professore architetto Franco Lista, già membro del Consiglio Nazionale del MIBAC, di Francesco Divenuto, già professore di Storia dell'Architettura della Federico II, di Isabella Valente, professoressa di Arte Contemporanea della Federico II e di molti altri ancora.

 


 

 


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